Di Franco Bechis – Se i ristoranti non hanno più clienti, debbono cambiare mestiere. È l’ultima idea del governo di Giuseppe Conte, un po’ infastidito delle lamentele dei commercianti: l’ha lanciata ieri sera al Tg2 Post il viceministro all’Economia, Laura Castelli. Ero anche io in trasmissione, quando proprio sui titoli di coda l’esponente di punta del M5s ha lanciato questa idea, sostenendo che se non ci sono più clienti non è mica colpa dell’esecutivo, ma del mercato che è cambiato. E siccome non c’è più domanda, non avrebbe senso sostenere l’offerta, quindi cuochi, chef, camerieri e cassieri di trattorie, bar e ristoranti dovrebbero spremersi le meningi e inventarsi un’altra professione: il governo – possono esserne certi – li sosterrà.
Se poi si reinventano come produttori di monopattini il successo è garantito: arriveranno altri preziosi bonus governativi. Non ho battuto la testa, gentili lettori. Ero in trasmissione quando alla fine il conduttore ha passato la linea all’inviato sui Navigli di Milano, che aveva accanto a sé un ristoratore, Roberto Galli, che ha spiegato: «I problemi che noi incontriamo sono molto pratici. Il calo dell’80% che stiamo vivendo è determinato dalla mancanza di clientela. Di giorno lo smart working ha tolto le persone dagli uffici che non escono più per andare a pranzare e la sera la gente esce soprattutto per passeggiare. Non abbiamo ricevuto aiuti sufficienti».
È a quel punto che la Castelli, sostenendo di conoscere bene la situazione («Siamo persone normali e anche io scendo sotto casa e chiedo al barista che cosa ha vissuto») e rivendicando gli aiuti varati in questi mesi, l’ha buttata lì: «Una cosa me la faccia dire: questa crisi ha spostato la domanda
Come puo’ una vice ministro fare queste affermazioni. Una donna che non ha empatia per la crisi che i ristoratori stanno subendo. E’ una vergogna