La polizia dipartimentale colombiana ha aperto una inchiesta rilevando ferite ai polsi compatibili con la tesi di un suicidio ma sulla morte del giovane napoletano è un vero e proprio giallo. I media locali stanno fornendo una versione dei fatti molto differente, parlando di “ferite da taglio sul corpo” che farebbero pensare ad un omicidio.
Come spiega Napolitoday, Carmine Mario Paciolla si era laureato in Scienze Politiche cooperando poi per alcune onlus e viaggiando in tutto il mondo. Era partito da Napoli l’ultima volta lo scorso 27 dicembre per portare avanti un progetto di verifica degli accordi di pace Onu in Colombia in una zona nota negli anni ’90 per i falliti negoziati di pace fra le Farc e il governo. Secondo le ultime informazioni pare avesse accompagnato il governatore di Caquetà e il sindaco di San Vicente a dialogare con le comunità rurali del posto.
I genitori del 33enne alla stampa hanno spiegato che era tranquillissimo al momento della partenza, ma che negli ultimi giorni erano “cominciati i tormenti”. Carmine sarebbe stato “terrorizzato” per qualcosa che aveva “visto, capito, intuito” nell’ultima settimana. Aveva spiegato ai genitori di aver “parlato chiaro” e che “così si era messo in un pasticcio”.
L’ipotesi del suicidio non è accolta dalla famiglie che spiega che come Carmine sarebbe dovuto tornare il 20 luglio: aveva detto ai genitori di essere riuscito a trovare il biglietto aereo.
I familiari vogliono la verità, e da Napoli è già partita la mobilitazione di associazioni, onlus, e movimenti di cittadini. La richiesta unanime è di giustizia, di conoscere che cosa sia davvero accaduto in questi ultimi, tragici sette giorni di vita del ragazzo.
un caso simile al regeni????
troppe onlus con relativi giovani laureati……..in giro per il mondo,non si sa di preciso a che scopo.