Cpr Gradisca, muore albanese: migranti bruciano materassi

Decesso nel centro per i rimpatri di Gradisca. E’ un cittadino albanese nato nel 1991 con alcuni precedenti per reati comuni. E’ stato trovato alle 8 e mezza di mattina (del 14 luglio 2020) senza vita da un addetto della cooperativa che gestisce la struttura. Nella sua stessa stanza altre cinque persone, una delle quali trovata in condizioni apparse subito molto gravi, un marocchino classe 1984. Ricoverato in ospedale in terapia intensiva, il suo quadro clinico è migliorato, tanto che viene descritto come fuori pericolo.

Il sostituto procuratore ha sentito i testimoni, tra cui i compagni di stanza: come tutti quelli arrivati da pochi giorni erano stati posti nell’area adibita alla quarantena.

Da una prima analisi del cadavere, sembra che si possano escludere violenze fisiche, ha spiegato il procuratore capo Massimo Lia, ma solo l’autopsia e gli esami tossicologici potranno dare una risposta esaustiva.

Quando il corpo del giovane albanese è stato portato via, attorno alle 13, è scoppiata una piccola rivolta con materassi bruciati. Un video pubblicato dall'”assemblea dei no cpr” e arrivato dall’interno, mostra un rogo che viene attribuito proprio a questa protesta.

Nel video un particolare interessante. Sul plexiglass c’è una scritta: “voglio rivotril”. Si tratta di un ansiolitico. E proprio l’abuso di farmaci o droghe è una delle ipotesi in campo per questa morte, mentre si attende nelle prossime settimane l’esito dell’esame tossicologico sul georgiano scomparso a gennaio.

Il procuratore Lia conferma che c’è evidenza di un giro di sostanze, che potrebbero provenire sia dall’interno, sia dall’esterno. Il Cpr è vicino alla capienza massima, con 80 trattenuti.

Il clima degli ultimi giorni viene descritto come particolarmente teso. Sempre i no cpr hanno recentemente pubblicato foto e video che riportano le conseguenze di atti di presunto autolesionismo, pratiche comuni nei Cpr, luoghi di detenzione in cui si attende l’espulsione.

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