«Cibo non adeguato allo stato di salute». Cesare Battisti, che sta scontando dal gennaio 2019 i suoi ergastoli nel carcere di Massama (Oristano) è comparso ieri davanti al Tribunale di sorveglianza di Cagliari per sollecitare una diversa qualità e quantità di cibo somministrata dal servizio penitenziario. La notizia, anticipata dall’Unione Sarda è stata confermata dal legale Gianfranco Sollai.
«Il cibo influenza il nostro stato di salute che è un principio costituzionalmente garantito – spiega Sollai – Il mio assistito si trova in stato di isolamento e può mangiare solo cibo somministrato dall’amministrazione mentre gli altri detenuti possono cucinare il cibo portato dai parenti o acquistato. Abbiamo sollecitato anche analisi ed esami per accertare il suo stato di salute, mentre il procuratore generale ha chiesto il rigetto del reclamo».
Sulla richiesta il tribunale si esprimerà entro una decina di giorni ma si tratta di una vicenda che ripropone nuovamente il tema dell’isolamento. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, infatti, era già comparso davanti ai giudici di sorveglianza a metà maggio sollecitando la detenzione domiciliare per scongiurare l’infezione da coronavirus, ma il tribunale aveva respinto la sua richiesta.