Nel settembre 2019 Elder Finnegan Lee, sotto processo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, incontra in carcere la madre. Il giovane sta male e si confida. La donna gli parla allora di Amanda Knox.
“Ha scritto un libro con un contratto di pubblicazione da quattro milioni di dollari”, spiega ricostruendo la vicenda, simile a quella del figlio, della studentessa americana. “La sua sopravvivenza è stata grazie alla scrittura di quel diario”.
Elder non conosce il caso Knox. “Aveva vissuto per un po’, a Perugia, era una studentessa americana che faceva uno scambio universitario, e aveva una coinquilina che era inglese, una ragazza. E poi – spiega la madre secondo quanto ricostruito da Il Messaggero – era implicato un ragazzo, credo fosse italiano ma mi sembra fosse anche africano e dicono che erano tutti coinvolti in un una specie di gioco sessuale andato male, con un coltello, e la ragazza inglese era stata accoltellata”.
“La sua sopravvivenza è stata – ribadisce – grazie alla scrittura di quel diario e che lei abbia trovato qualcosa per se stessa quando ha dovuto affrontare tutto. E lei ha fatto così, ed è sopravvissuta. I carcerati italiani le strappavano gli appunti, gli altri carcerati, per invidia, e lei li riscriveva. Così quando è uscita aveva materiale per un libro”.
Elder torna poi a parlare dell’omicidio: “Non è stata colpa mia. La mia vita è stata tutta una sfortuna. A notte fonda, senza mostrare un distintivo, senza fare nulla per qualificarsi come poliziotto”. tgcom24.mediaset.it