Ventimiglia: Comune monta i bagni. E i migranti li usano così

Di Fabrizio Tenerelli – Il Comune di ventimiglia ha noleggiato due bagni pubblici ad uso dei migranti, che ha installato fuori dalla stazione ferroviaria, ma gli stranieri, a quanto pare, non hanno ben recepito il messaggio e anziché utilizzarli vi orinano contro.  La foto che mostriamo – scrive il Giornale –  è la prova di quanto sta accadendo in città. Con la ripresa dei flussi migratori, al termine del lockdown, la situazione al confine con la Francia è peggiorata.

Da una parte sono aumentati gli arrivi, dall’altra il centro di accoglienza del parco Roya è chiuso per motivi legati all’emergenza sanitaria in corso e il risultato è sotto gli occhi di tutti. I migranti bivaccano in città, in attesa di un passaggio clandestino per la Francia. Molti si fermano fuori dalla stazione, nella speranza di essere avvicinati da qualche passeur e non essendoci alternative, chi deve usare il bagno si arrangia come può. Appunto per questo motivo e per una forma di decoro, l’amministrazione retta dal sindaco Gaetano Scullino ha ritenuto opportuno noleggiare dei bagni pubblici.

Quello che accade, però, sembra una beffa. Alcuni stranieri evidentemente non hanno ancora capito che il bagno va usato dall’interno.

“I migranti arrivano a Ventimiglia per tentare di oltrepassare la frontiera – dichiara il sindaco – se riescono nel proprio intanto tutto bene; altrimenti vengono respinti in Italia e bivaccano a Ventimiglia”. Secondo il primo cittadino gli stranieri irregolari, quindi clandestini, andrebbero subito espulsi: “Anche se è più facile dirlo, che farlo”. Il primo cittadino solleva anche un altro problema: “Se invece sono regolari, con permesso di soggiorno temporaneo e rinnovabile, dove li mandiamo? In spiaggia, alla stazione o nel fiume? Dove mangeranno e faranno i propri bisogni?”.

Per Scullino non ci sono dubbi: “È evidente che, prescindendo dalla posizione politica, è necessario trovare una soluzione. L’ipotesi che mi pareva maggiormente percorribile era quella di chiudere il campo a Ventimiglia per aprirne uno altrove, evitando così il richiamo del confine”. Ventimiglia, infatti, è ormai diventata una città “imbuto” e l’apertura di un centro che fino all’anno scorso ospitava tutti, non poteva che trasformarsi in un richiamo per migliaia di immigrati in fuga dall’Italia.

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