Coinvolge figlio di 7 anni in filmini hot, giudice le affida il bambino

Donna di Bologna coinvolge il figlio di 7 anni in un triangolo amoroso, fatto anche di filmini hot. Il tribunale incredibilmente affida a lei il bambino, con facoltà di trasferirsi all’estero e sparire. L’avvocato Miraglia: «La giustizia è finita». BOLOGNA (4 Luglio 2020). È scandalosa la sentenza emanata lo scorso 30 giugno dal Tribunale ordinario di Bologna: ha affidato un bambino di sette anni alla madre, romena, responsabile di atti di violenza sessuale commessi ai danni del suo stesso figlioletto.

Atti documentati da video girati dalla donna stessa e trasmessi ad un’amica, con la quale ha intrecciato una relazione amorosa. Con lei e con il marito di questa donna.
Un video agghiacciante, che mostra la donna che consente al piccolo di toccarle le parti intime. Non solo: la donna ad un centro punto chiede al piccolo, che all’epoca aveva cinque anni appena, se volesse che la mamma gli facesse altrettanto. Un video del quale la madre del bimbo parla allegramente con l’amica al telefono, ridacchiando spensierata di quanto il piccino facesse.

La sentenza ha inoltre revocato il divieto di espatrio precedentemente imposto alla donna, la quale adesso sarà quindi libera si prendere il bambino, trasferirsi all’estero e sparire.

«La giustizia è finita» dichiara l’avvocato Francesco Miraglia, cui si è rivolto il padre del bambino. Un uomo distrutto da questa sentenza, un uomo che ha tentato di lottare per dimostrare, invano, i comportamenti estremamente sessualizzanti commessi dalla donna nei confronti di loro figlio. Ma su di lui grava un’indagine scaturita da una denuncia sposta in maniera del tutto strumentale dall’ex compagna: ma tanto è bastato al tribunale di Bologna per considerarlo inadatto ad ottenere l’affidamento del bambino ed emanare pertanto questa sentenza choc.

«La Consulente del tribunale – CTU – ritiene del tutto normale, per nulla grave, per niente strano questo comportamento» prosegue l’avvocato Miraglia, «mentre per la nostra Consulente, la professoressa Vincenza Palmieri, il comportamento di questa donna è volutamente sessualizzato e che usi quelle immagini con l’amica a scopi erotici e morbosi. Mentre abitua il bambino a considerare il tutto “naturale” ma segreto.

Invece, a quanto pare, per la Consulente del tribunale e per il tribunale stesso non rappresentano che una “disinibizione inconsueta”. A parte che questa consulente è meglio che non si occupi più di bambini, se queste sono le relazioni che produce, rivolte a tutto tranne che a garantire la sicurezza dei minori. Quanto al tribunale, poi, sarebbe il caso che, così come per altri tribunali italiani, smettesse di assumere decisioni ed emanare sentenze sulla base di consulenze campate in aria (a volte elaborate senza nemmeno sentire le parti), spesso senza neanche prendersi la briga di leggere le Consulenze di Parte, come in questo caso, in cui sono stati portati elementi gravissimi che dovrebbero interessare molto, al contrario.

Quando si tratta di bambini, i giudici dovrebbero assumere le loro decisioni rivolte al benessere dei minori, approfondendo i casi e non agendo con superficialità; la quale ha ripercussioni gravissime sull’incolumità fisica e psicologica dei bambini. La sentenza di Bologna è vergognosa: se fosse accaduta a parti inverse, se fosse stato il padre a farsi toccare dal figlio o, al contrario, dalla figlia, e a spedire agli amici il video, ridendo e sghignazzando della cosa, quanto meno sarebbe stata emessa una misura cautelare nei suoi confronti. Perché per la madre dovrebbe essere diverso? Nessuno, in tutta questa vicenda, si è preoccupato della salute di questo bambino?».

Il padre, che conosce bene il piccolo, riferisce che ha ripreso a balbettare e che gli sono comparsi dei tic nervosi.
«È urgente che intervenga il ministero della Giustizia» conclude l’avvocato Miraglia «perché questa sentenza è inaccettabile. Provvederò ad inviare la documentazione al ministero e a tutti gli enti competenti: questa sentenza, l’incolumità e la salute di questo bambino, non possono cadere sotto silenzio».

Avvocato Francesco Miraglia