Prof Sinagra: Palamara non è causa, ma conseguenza di un sistema già marcio

Di prof Augusto Sinagra

Non conosco Luca Palamara e può sembrar strano che io lo difenda, ma la coscienza me lo impone.
Non mi compete esprimere giudizi di valore sulla condotta di Luca Palamara, ma bisogna pur dire che è infame averne fatto il “capro espiatorio” di tutti i mali della giustizia italiana. Se Luca Palamara è colpevole, con lui sono colpevoli centinaia di altri magistrati.
Così pure bisogna denunciare l’inganno mistificatorio consistente nel tentativo di colpire Luca Palamara, “espungerlo” dal sistema, e così dire di aver “salvato” la magistratura, il CSM e il figlio di Bernardo Mattarella che lo presiede.

Luca Palamara non è una causa, è la conseguenza o l’effetto di un sistema di per sé già marcio al suo interno.
Il marciume all’interno del sistema può aver pur indotto molti a rivolgersi a Luca Palamara per avere quella giustizia che il sistema negava e nega.

Basta con prostitute di lungo corso che vorrebbero accreditarsi ora come candide Vestali, additando non le cause del marciume ma le conseguenze di questo.

Al di là della questione delle c.d. nomine, ho l’impressione che la lotta interna tra bande (le “correnti”) nella magistratura, abbia anche strumentalizzato quelle accuse di corruzione (mi riferisco ai rapporti con Fioravanti) che sono ancora oggetto di verifica in sede giudiziaria, e con tutti i dubbi sulla obiettività della verifica stessa.

Ma quel che è peggio è che il sofisticato sistema dei “captatori informatici” (c.d. trojan) inseriti nel cellulare di Luca Palamara stranamente cessavano di funzionare in determinati momenti e in occasione di interlocuzioni con personaggi evidentemente innominabili (soprattutto moralmente), riprendendo poi dopo regolarmente a funzionare.
Misteri della tecnologia o della criminalità piegati per la perpetuazione di questo sistema marcio?

AUGUSTO SINAGRA

One thought on “Prof Sinagra: Palamara non è causa, ma conseguenza di un sistema già marcio

  1. C’è solo un modo per non essere conniventi e salvare la propria dignità: rifiutare di essere complici. Per tutto il resto sono d’accordo, ma non salvo Palamara, per il quale ribadisco la mia condanna morale.

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