Il caso-Luca Palamara ha scoperchiato il vaso di Pandora, facendo emergere i peggio aspetti della magistratura politicizzata. Magistratura alla quale, secondo niente meno che l’avvocato Franco Coppi, meglio non appellarsi. Anche lui, principe del foro, nonché legale di Giulio Andreotti, Silvio Berlusconi, Gianni De Gennaro, avrebbe paura a farsi giudicare dalla giustizia italiana.
“Il problema della giustizia – spiega in un colloquio con Il Giornale – non è un problema di correnti e non si risolve neppure con la separazione delle carriere fra giudici e pm. Il problema della giustizia è un problema di uomini. Cosa chiediamo ai giudici? La correttezza, l’imparzialità. È questa la giustizia”. Difficile però crederci dopo aver sentito le parole di Luca Palamara, ex presidente dell’Anm, che definiva Matteo Salvini una mer** e incitava gli altri togati a dargli contro anche se aveva ragione.
“Tolta la toga – è l’amara conclusione di Coppi – i magistrati tornano uomini. Questo è purtroppo anche il loro vocabolario”. E allora l’unico termine con il quale definire questo livello – a detta dell’avvocato – sempre più basso dell’avvocatura e della magistratura è “sporcizia”. E a chi come, il presidente dimissionario dell’Anm, Luca Poniz, grida al “disegno per colpire la magistratura”, Coppi replica che si tratta solo “di un’affermazione priva di senso”. Nonostante questo è bene non fare di tutta un’erba un fascio, anche le intercettazioni – e lui che ha difeso il leader di Forza Italia lo sa bene – vanno prese con le pinze, perché devono servire solo per aiutare “a formare il giudizio e non a sporcare le esistenze”. liberoquotidiano.it