Giorno dopo giorno stanno emergendo le trame oscure tra magistrati, Csm e giornali per mettere fuori gioco Matteo Salvini. Chi pensava che le chat sull’ex ministro dell’Interno (“Una m***a, ha ragione ma va attaccato”) fossero un caso isolato, deve ricredersi: il piano era molto articolato, al punto che sono venute alla luce anche le mosse di Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm e sottosegretario di due governi a guida Pd, per far intervenire il Consiglio a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti.
In quell’occasione, stando alla ricostruzione de La Verità – che ha pubblicato altre intercettazioni – quattro consiglieri del Csm (tra cui ovviamente Luca Palamara) invocavano l’intervento del Consiglio per difendere “l’indipendenza della magistratura” che Salvini avrebbe messo in pericolo. Tra l’altro proprio Legnini si era avvalso degli ottimi rapporti con una parte della stampa, facendosi immediatamente rilanciare sul sito di Repubblica il messaggio confezionato in sole 24 ore con lo scopo di screditare Salvini ed esaltare la magistratura al di sopra delle parti.
È infatti il 24 agosto 2018 quando Legnini contatta Palamara: “Luca, domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave”. La risposta del consigliere non si fa attendere “Ok, anche io sono pronto. Ti chiamo più tardi e ti aggiorno”. Legnini insiste: “Sì, ma domattina dovete produrre una nota, qualcosa insomma”. Allora Palamara riceve un altro messaggio: “Dobbiamo sbrigarci! Ho già preparato una bozza di richiesta. Prima di parlarne agli altri concordiamola noi”. Devono aver fatto molto presto, visto che il giorno dopo, 25 agosto, Repubblica in primis e poi le agenzie di stampa danno notizia di quattro consiglieri di Palazzo dei Marescialli, fra cui Palamara, che chiedono di inserire il caso migranti all’ordine del giorno del primo plenum del Csm.
“Svelata la natura di alcune iniziative dei magistrati contro il sottoscritto”, ha commentato il segretario della Lega, che si sta prendendo la sua personale rivincita dopo gli attacchi strumentali subiti durante l’esperienza di governo: “Sono sicuro che il capo dello Stato non resterà indifferente: ne va della credibilità dell’intera magistratura italiana, la situazione è ormai intollerabile e occorrono interventi drastici, rapidi e risolutivi, per il bene del Paese”. Per il momento, però, Sergio Mattarella continua a tacere: ufficialmente neanche una parola è stata detta sulle incredibili intercettazioni che stanno emergendo e travolgendo la magistratura. liberoquotidiano.it
Palamara dovrebbe essere radiato dall’ albo e poi licenziare tutti i magistrati e il presidente dia le dimissioni