Le elezioni regionali previste per settembre potrebbero segnare la morte politica del governo Conte bis. Secondo Augusto Minzolini, il premier ha fatto male i calcoli: ha pensato che le regionali, presentando un alto tasso di rischio, è meglio farle in autunno anziché a luglio perché una situazione molto delicata e una difficilissima legge di bilancio da fare dovrebbero scoraggiare ogni ipotesi di crisi di governo. “Solo che così facendo – sottolinea l’editorialista de Il Giornale – la maggioranza di governo si misurerà con l’opposizione nel momento più difficile, quando la rabbia sociale comincerà a manifestarsi davvero. Così una campagna elettorale che si preannunciava già ostica per i giallorossi, fatalmente diventerà pericolosa”.
A riguardo è particolarmente calzante la metafora di Raciti: “È come se la Dc 40 anni fa avesse fissato la data di elezioni decisive nell’autunno caldo, durante le rivolte operaie. Dilettanti!”. Minzolini trova difficile dargli torto e dà conto dei “bookmaker di Montecitorio”, che puntano tutti su un 4 a 2: Veneto, Liguria, Marche e Puglia al centrodestra, Toscana e Campania alla sinistra. A quel punto su 20 regioni, 16 sarebbero governate dal centrodestra e si potrebbe una questione fondamentale: può una maggioranza che governa solo 4 regioni, gestire un cigno nero del calibro del coronavirus?
“Per un capo dello Stato che predica tutti i giorni l’unità – è la considerazione di Minzolini, che tira in ballo Sergio Mattarella – sarebbe difficile rispondere sì a questa domanda. Tant’è che non sono pochi quelli che prevedono nei prossimi mesi un cambiamento del quadro politico. E le nuove migrazioni di parlamentari dalla maggioranza all’opposizione, ne sono i primi segnali”. liberoquotidiano.it