Di Aldo Grandi
Ha dormito e bene in via San Gallo all’N15 Santori Luxury Home, poi, di buon mattino, si è vestito ed è uscito a passeggiare per le vie cittadine. Chi lo ha visto lo ha scambiato per Matteo Salvini tanto gli somigliava, ma mai avrebbe immaginato che si trattava proprio del leader del Carroccio in visita pastorale pardon, elettorale a Lucca in vista delle elezioni regionali di settembre. Dimagrito di qualche chilo, via la pancia e viso decisamente più rilassato e fresco, il Capitano delle truppe di Alberto da Giussano era diretto al bar-caffè Plaza in piazza Napoleone, all’incrocio con via Vittorio Veneto. In programma un incontro con alcuni dei vertici regionali del partito.
Senza, giustamente, mascherina durante il tragitto, giunto in vista del caffè ha dovuto fronteggiare l’inevitabile e immaginabile assalto di cronisti, fotoreporter e simpatizzanti ai quali non si è negato accettando di posare per i selfie di tutte le età. Salvini, dopo un breve comizio tenuto davanti all’ingresso del Plaza, è entrato nel locale e si è preso un caffè. Lo abbiamo ‘centrato’ dall’alto dove ci eravamo appostati in attesa che salisse nella saletta adibita a riunione del partito. Invece, per evitare esagerati assembramenti, siamo arrivati a questo punto in questo Paese senza dignità né coraggio, è stato deciso di soprassedere e di rimandare l’appuntamento ad altra data.
Difficile, anzi, impossibile mantenere il distanziamento sociale previsto e prescritto dai bradipi di questo governo di idioti che ha ridotto il popolo italiano ad una sorta di gregge di pecore stravolte dalla paura e devastate dall’imbecillità di una classe dirigente e politica che fa schifo da tutte le parti.
L’accoglienza riservata a Salvini è stata calorosa, non c’è dubbio, ma sarà difficile scalzare la Sinistra dal suo feudo dove sgoverna da decenni. E’ incredibile, guardando questo ragazzo di 47 anni, immaginare l’odio e la malvagità di milioni di dementi verniciati di rosso che lo farebbero volentieri a pezzi e lo vedrebbero altrettanto gioiosamente appeso a testa in giù. In un’Italia che ha perso ogni dignità e ogni rispetto di se stessa, vanno di moda i nuovi brigatisti che ad ogni piè sospinto scendono in piazza per contestare anche il solo pensiero diverso dal loro. Siamo in una dittatura democratica che impedisce al popolo di manifestare la propria volontà. E’ una tirannia vera e propria che utilizza tutti gli strumenti, anche quelli della malattia, pur di mantenere il potere e impedire l’alternanza.
Anche se il centrodestra dovesse vincere a livello nazionale, questa Sinistra di peracottari e di bastardi senza gloria scenderebbe in piazza per scatenare l’inferno e i soliti giornalisti leccaculo del sistema e prezzolati dal regime, ne esalterebbero le gesta.
Povero Salvini, quindi, il quale avrebbe dovuto osare di più, a nostro avviso, in tempi di lockdown spinto, invece di farsi superare, nelle polemiche e nell’incazzatura, da uno Sgarbi nel giusto come non mai. Salvini non riuscirà a governare l’Italia perché la Sinistra e i poteri sovranazionali faranno di tutto e ad ogni costo per impedirglielo, minacciando e annunciando carestie e calamità più o meno naturali, capaci di stroncare ogni aspirazione al cambiamento.
Di fronte al bancone del Plaza abbiamo incrociato Salvini e lo abbiamo bloccato al varco: cosa dobbiamo fare, come Gazzetta di Lucca e non solo, per avere una intervista? Salvini ci guarda e invita Recaldin a prendere nota. Gli diciamo che quando lo abbiamo cercato al telefono non ha mai risposto e lui, di rimando, ironicamente e pronto alla battuta: “Lo dice sempre anche la mia mamma”.
A quel punto tiriamo fuori l’asso nella manica: “Abbiamo avuto querele e querelle con la Boldrini, Marcucci e Renzi”. Salvini ci guarda, ride e ammette che, di fronte a un palmarès così ricco, l’intervista si deve fare per forza.
Ci sono anche dei giovani ad attenderlo, giovani che non sono sardine avariate né, tantomeno, animali invertebrati. Eppure, sembra che, come negli anni Settanta, la meglio gioventù sia sempre quella che sta da una parte sola, a sinistra. E invece no, i migliori sono proprio questi ragazzi che credono si possa abbattere un pensiero unico dominante che vuole costringerci a dire sempre e solo sì, ad obbedire anche agli ordini e alle direttive più assurde e prive di senso.
Le Gazzette non sono al soldo di nessuno, ma un bel calcio nel culo – metaforicamente s’intende – agli antifascisti senza fascismo e ai comunisti senza libertà glielo daremmo volentieri.