Migranti sfruttati per la campagna elettorale, bufera sulla deputata Pd

Di MIchele Di Lollo – – Uno scambio di favori. Braccia di immigrati per sostenere la campagna dem in cambio di denaro. Al centro una cooperativa che si occupa di accoglienza. Una bufera si scatena su Elena Carnevali, deputata Pd. È bergamasca e il 24 febbraio 2018 (a poche settimane dalle elezioni politiche) corre per essere rieletta. La faccenda riguarda alcune indagini della procura di Bergamo sulla gestione dei migranti da parte della cooperativa Ruah. La Ruah è un colosso. In quel tempo gestisce circa 1.600 richiedenti asilo e dichiara 9 milioni di euro di fatturato, con un utile di 284mila euro.

Tutto parte da alcune intercettazioni. Il cellulare di Bruno Goisis, dal 2009 presidente della cooperativa, è sotto controllo. Le indagini sono iniziate nel 2017 e pochi giorni fa sono sfociate in un terremoto giudiziario che ha coinvolto un’ottantina di persone. Ha portato a tre arresti e all’emissione di 38 avvisi di garanzia. Tra gli indagati c’è anche Goisis, che dal 1991 è in prima linea sul fronte dell’accoglienza. Tra i reati ipotizzati per lui c’è anche l’associazione a delinquere. Gli investigatori, infatti, sono convinti che facesse parte di una sorta di un sistema che sfruttava i profughi per fare soldi.

A chiamare è proprio la Carnevali, come ricostruito da La Verità. “Ciao, senti”, dice a Goisis, “ho un’urgenza e ho bisogno di chiederti una mano in questo senso, eh, tu riesci a darmi la disponibilità di avere tre, tre braccia, cioè tre o quattro esseri umani domani, un paio di ore, che mi aiutano ad imbustare poi io i soldi li do a te ci pensi tu a trovare il modo?”.

La deputata chiede l’impiego di tre o quattro persone con mansioni di confezionamento, stampa e volantinaggio di manifesti elettorali. Goisis accetta: “Sì, non ti preoccupare, dove?”, risponde. La Carnevali gli spiega i dettagli: “Allora, se puoi, se possiamo, dalle tre alle sei in federazione al Pd, prendiamo un po’ di ragazzi che non sanno magari eh, e poi io il contributo economico lo do a te, te lo do nella formula…”.

Goisis pare proprio deciso a non farsi pagare. Il 26 febbraio, come scrive La Verità, i due si sentono ancora. Carnevali: “Vi lascio 200?” Goisis: “A chi?” Carnevali: “Te lo vedi tu? A te da dare ai ragazzi”. Goisis: “No, non funziona così, onorevole non funziona così. Tu non preoccuparti, tu fagli fare le cose che servono poi ci vediamo”. Carnevali: “Sì, ma io ho capito, mi devi fare non so un qualcosa, non so, vabbè”. Goisis: “Allora, sono miei dipendenti, punto”. Carnevali: “Sono tuoi dipendenti. Alessandro Redondi (commercialista Pd) chiama te e vi arrangiate voi due?” Goisis: “Brava, ci arrangiamo noi due”.

Al telefono con il commercialista del Pd, Goisis ribadisce che a lui non interessa che i richiedenti asilo siano pagati. A lui importa che la Carnevali sia rieletta. Poi specifica che ai migranti non devono essere dati soldi. Ma anche grazie al lavoro di quei migranti, la campagna elettorale finisce bene per la Carnevali. Lei a distanza di qualche tempo fa un bonifico alla Ruah e viene accreditata la somma di 150 euro con la causale “Erogazione liberale per Orto Botanico”. I richiedenti asilo hanno lavorato per la campagna elettorale Pd e non sono stati pagati. La coop ha preso, al contempo, denaro. Scambio di favori? Si tratta di un illecito? Lo stabilirà la magistratura.

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