Da Romano Prodi, altri due favori (gli ennesimi) a Cina ed Europa. L’ex presidente della Commissione Europea, in un’intervista al quotidiano Il Giorno, ha detto che l’Italia ha sbagliato sulle privatizzazioni delle aziende-gioiello italiane, ma ha anche lanciato un messaggio forte e chiaro alla maggioranza: sì al 5G (tecnologia “cavallo di Troia” di Pechino in Europa) e sì al Mes.
Lo Stato che partecipa come lo vede? “Alla francese”, spiega Prodi, “Non penso al modello della Bielorussia o della Cina. Non gestione pubblica, ma partecipazioni di minoranza pubblica per garantire che l’impresa in cui il popolo italiano ha messo tanti soldi non venga venduta subito agli stranieri, come purtroppo è stato fatto dopo alcune privatizzazioni”. Per il Professore le previsioni economiche sono pessime, vanno trovate «le idee migliori per ripartire spingendo la capacità di acquisto dei cittadini e la solvibilità delle imprese», dice.
Per affrontare i contraccolpi sull’economia, l’Europa è intervenuta con aiuti senza precedenti: «ci sono 100 miliardi per la cassa integrazione europea, ci sono i prestiti BEI per le Pmi a tassi bassissimi. E poi c’è il Mes: se non lo prendiamo, siamo un po’ strani. Non c’è più una condizionalità e abbiamo 36 miliardi a tasso sotto zero».
Mes senza condizionalità è impossibile, finiamola
Avviso ai (pochi) boccaloni che credono alla balla del MES senza condizioni
I 5 Stelle continuano a opporsi e Conte «ha bisogno dei voti. Però bisogna fare i conti. Se una parte del nostro debito, a cui viene in soccorso il Mes, ha tassi di interesse bassissimi, è più difficile che la speculazione si accanisca nei nostri confronti». In una coalizione «serve più coraggio, ma anche più forza. Credevo che l’impegno di governare facesse scomparire tra i 5 Stelle i dibattiti astratti, ma oggi non vedo neppure l’apertura ai bisogni della società». Ad esempio, la digitalizzazione e le nuove tecnologie, anche quando queste hanno implicazioni geopolitiche pesantissime: “Dobbiamo andare di corsa verso il 5G, quando sento dire che è rischioso penso: poveri noi”. Almeno su questo, i filo-Pechino dentro i 5 Stelle saranno d’accordo. (liberoquotidiano.it)