“Ieri sera è stato arrestato Emilio Fede. Strano leggere questa notizia. Avevo vent’anni e Fede era uno potente. Il potere l’aveva trasformato in un uomo arrogante (ricordate gli sputi a Piero Ricca?). Calunniò magistrati, si comportò in maniera servile in quella stagione. Ma era un potente. Fu trombettiere di un sistema politico spazzato via dalla Storia, da milioni di cittadini che hanno smesso di credere a quelle balle e da una serie di sentenze che hanno messo, nero su bianco, i legami tra illustri esponenti di Forza Italia e la mafia.
Ieri, mentre festeggiava il suo compleanno in un ristorante di Napoli, è stato arrestato per evasione dagli arresti domiciliari. A 89 anni ti fa anche un po’ pena”. E’ il commento su Facebook di Alessandro Di Battista, esponente del M5S ed ex parlamentare.
“Quella stagione politica – grazie Dio – è morta e sepolta. Era la stagione dell’impunità, della superbia, della boria, delle leggi ad-personam, dei politici che in strada rispondevano ‘lei non sa chi sono io’. Quella stagione, piaccia o non piaccia, è finita anche (forse soprattutto) grazie al Movimento 5 Stelle che ha portato normali cittadini nelle Istituzioni. I potenti del tempo, una volta circondati da giovani affamati di legalità sembravano meno ‘alti’, apparivano meno arroganti”, rimarca Di Battista.
“Quella stagione è finita ma quel che l’ha maggiormente caratterizzata – mi riferisco al conflitto di interessi – non è mai stato risolto. Non se ne parla quasi più eppure”, osserva l’ex deputato, “gran parte delle ingiustizie che ci toccano quotidianamente dipendono dai migliaia di conflitti di interessi che bloccano il Paese”.
“Il conflitto di interessi tra Berlusconi, la politica e le Tv era il più visibile ma non era certamente l’unico. Ancora oggi l’Italia è divorata dai conflitti di interessi tra politica e sanità che ci costano fughe di cervelli e perdite di posti letto; dai conflitti di interessi tra politica e Rai che paghiamo ascoltando menzogne quotidiane; dai conflitti di interessi tra politica e magistratura che paghiamo perdendo ogni giorno fiducia nella giustizia; dai conflitti di interesse tra sistema mediatico e banche che paghiamo con la mancanza di informazioni che contano”.