“Ho finanziato ‘sti papponi e dopo gli arresti hanno detto che Roma era stata liberata. Sono stato dipinto come il ‘grande corruttore’, ma le persone non le ho corrotte, erano corrotte di loro”. Così Salvatore Buzzi si sfoga su Radio Radicale, durante il lungo dibattito organizzato dall’associazione Nessuno Tocchi Caino, commenta l’inchiesta di Mafia Capitale fino alla recente scarcerazione di Massimo Carminati.
L’intervento di Buzzi è riportato da La Repubblica – “La sentenza della Cassazione che certifica l’entità delle corruzioni ammontano a 65mila euro, su un fatturato di 180 milioni. Allora dico, non è giusto corrompere, pagare tangenti, ma se io pago 65mila euro di tangenti su un fatturato di 180 milioni di fatturato sono stato bravo e lo rivendico – ha spiegato Buzzi, il ras delle coop di Mafia Capitale – Tutti mi chiedevano soldi, favori, assunzioni: è la realtà imprenditoriale a Roma, lo abbiamo visto con Parnasi, lo vedremo successivamente con qualche altro disgraziato, ma un imprenditore che fa impresa a Roma, nei servizi con il Comune di Roma si ritrova con persone da assumere, manifestazioni da sponsorizzare e poi se tutto diventa corruzione…” .
L’imprenditore delle cooperative sociali poi descrive anche il sistema delle tangenti legata all’amministrazione romana.
“Io tante corruzioni le ho avute perché non riuscivo a incassare i miei crediti legittimi: ogni mese mi servivano 5milioni di euro per pagare dipendenti, fornitori, ma se il Comune non pagava? – incalza retorico Buzzi – La famosa intercettazione nella quale avrei detto a una mia collaboratrice ‘si guadagna più con la droga che con i migranti’ è un falso, è stata montata ad arte dai Ros. C’è stato un attacco alla cooperazione sociale mettendo in bocca anche frasi non volute. In relazione alle intercettazioni ambientali che colpiscono oggi i magistrati, con le chat di Palamara, con il trojan, dicono che tra amici si dicono delle cose. E noi? Noi non possiamo dire stupidaggini? No, perché è come se parli davanti a un ufficio notarile”.