Massimo Baiocchi – Gli Stati Generali? Critiche da alleati e “ribelli”. Accuse che dimostrano la scelta giusta del centrodestra di non partecipare allo spettacolo circense. «Un festival, una passerella. Un modo sbagliato di affrontare la crisi. Una sfilata di persone già viste nel corso dell’emergenza. Si ripetono le stesse cose, in modo generico…». Carlo Calenda, a Omnibus, è durissimo con Conte. «Alla fine esci fuori che non hai concluso nulla». La questione è «cosa fare domani».
Stati generali, ne esce danneggiata l’immagine dell’Italia – Non è certo la prima volta che il leader di Azione attacca gli Stati generali. L’aveva fatto anche alcuni giorni fa, etichettandoli come «ignobile baracconata organizzata da Casalino per Conte». Aveva aggiunto che era «l’immagine dell’Italia a uscirne danneggiata».
«Triste vedere Gualtieri in questo circo Barnum» – – E ancora: «Fa tristezza vedere persone serie come Gualtieri far parte di questo circo Barnum, che coinvolge anche importanti personalità internazionali. Potremmo tollerarlo perché non è la prima volta che in Italia si fanno baracconate simili». Il problema è «l’incredibile figuraccia che facciamo ogni volta».
La messa in scena di Villa Pamphilj e i costi – Persino il renziano Gianfranco Librandi ironizza sugli Stati generali. «Quanto è costata la passerella di Conte? Che risultati ha prodotto questo spettacolo illusionista stile David Copperfield? L’unico effetto è stata purtroppo la delegittimazione del Parlamento, che è il luogo delle decisioni. E dunque anche del confronto con parti sociali e associazioni di categoria».
Scarsi i risultati degli Stati generali – Senza troppo clamore, solo nel 2020 il Parlamento ha dedicato centinaia di sedute alle audizioni delle categorie. Questo, senza la necessità di imbastire la costosa messa in scena di Villa Pamphilj. Con risultati molto più proficui di quelli degli Stati generali», continua Librandi.
«Evidentemente Conte sente troppo l’influenza antidemocratica della Casaleggio associati, non si rende conto che anche questi Stati generali rischiano di fare la fine della task force di Colao: la fiera delle ovvietà, pagata dai soldi dei contribuente in un momento drammatico, senza risvolti pratici».