Erano in grado di compiere fino 4 furti a notte, adottando una precisa strategia per eludere i controlli delle forze dell’ordine, ovvero agire prima nell’area industriale a sud della città metropolitana di Torino, per poi spostarsi e commettere i successivi colpi in zone geograficamente molto distanti, ma velocemente raggiungibili nel periodo di lockdown.
“…Non è pericoloso con il virus andare a rubare? No, è meglio visto che non c’è nessuno in giro e nelle fabbriche…”, dicevano nella banda.In tutta la provincia di Torino oltre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino, su richiesta della locale Procura (gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana) e dell’autorità giudiziaria per i minorenni, nei confronti di appartenenti ad una banda criminale, tutti di origine bosniaca, presunti responsabili di concorso in furto aggravato e ricettazione.
Dieci gli indagati destinatari di provvedimenti cautelari, 8 in carcere tra cui un minore e 2 divieti di dimora. Tra questi anche due ricettatori, un italiano ed un marocchino, a cui gli autori dei furti si rivolgevano per “piazzare” il materiale trafugato.Le investigazioni, condotte per 4 mesi dai Carabinieri di Torino Oltre Dora, hanno dimostrato l’esistenza di un gruppo criminale dimorante nei campi nomadi dell’hinterland torinese che, approfittando anche dell’assenza di mobilità legata alla situazione emergenziale, setacciavano le aree industriali e commerciali al fine di depredare magazzini di aziende ed il carico di autoarticolati parcheggiati nelle loro adiacenze. Trentatre i furti documentati dai militari, 20 ai danni di furgoni e autoarticolati, 9 commessi all’interno di aziende e 4 perpetrati rispettivamente in un bar, una stazione di servizio e due associazioni. ASKANEWS