Migranti, Patronaggio sale sul pulpito: “ci sono diritti che spettano sempre”

Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio ha parlato di mafia, immigrazione clandestina, di don Pino Puglisi e dell’incontro con papa Francesco, con l’Osservatore Romano.

Ai giovani, il procuratore Patronaggio ha detto – sempre attraverso il giornale di Città del Vaticano – che “non vi può essere affermazione della legalità senza la partecipazione attiva di tutti i cittadini. La mafia si sconfigge innanzitutto con la partecipazione attiva alla vita politica e sociale e con l’affermazione della cultura in tutti i modi in cui questa si declina”.

Sui migranti, Patronaggio ha evidenziato come “oggi, in piena pandemia, veramente gli immigrati sono ‘gli ultimi degli ultimi’. Mi rendo conto che in un momento in cui gli italiani stanno affrontando una crisi sanitaria ed economica senza precedenti chiedere loro di essere accoglienti è veramente difficile e impopolare. E tuttavia ci sono diritti che spettano, sempre e in ogni momento, a qualsiasi essere umano e mi riferisco al diritto alla vita, alla libertà e alla salute. È compito della politica trovare la giusta soluzione al non facile problema dell’immigrazione, all’interno di un quadro normativo nazionale ed internazionale ispirato alla solidarietà, e con i limiti dettati dalle concrete possibilità economiche di ogni Stato. Ma per i giovani, per i volontari, per i cattolici impegnati in politica, l’investimento deve essere nella carità: carità profonda e senza fine”.

Patronaggio – sempre su l’Osservatore Romano – ha anche ricordato l’incontro – avvenuto il 15 settembre del 2018, giorno del venticinquesimo anniversario del martirio di don Pino Puglisi, – con papa Francesco: “Ho avuto la fortuna di incontrare il Santo Padre in un momento di difficoltà professionale, in un momento in cui avevo ricevuto pesanti attacchi per alcune indagini che avevo svolto in materia di tutela dei migranti. Mi è bastato stringere la mano di Papa Francesco e ricevere il suo sorriso, per avere la certezza morale di avere fatto la cosa giusta, di avere agito secondo coscienza e comunque pur sempre nel pieno rispetto del diritto positivo nazionale e internazionale”.

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