Anche il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, interviene sulla degenerazione in cui si è trasformata la reazione della sinistra per la morte di Floyd: “Faccio mia la frase su Twitter di Osho ovvero “Non sarebbe ora pure di cambiare nome alla Casa Bianca?”. La faccio mia perché fotografa la deriva iconoclastica e toponomastica che sta assumendo questa protesta innescata dall’omicidio di George Floyd che in questa fase sta diventando una sorta di crociata talebana.
Seguendo questa logica radicale per cui vanno abbattuti i monumenti di Cristoforo Colombo o di Winston Churchill allora in Italia dovremmo prendere subito i picconi e abbattere il Colosseo, gran parte di Pompei e tutte quelle arene dove gli schiavi venivano immolati nei giochi dei gladiatori e delle bestie feroci.
E dovremmo cambiare metà delle strade italiane, perché dietro patrioti, rivoluzionari, generali e sovrani spesso c’erano stragi di civili, di populi sconfitti, massacrati o ridotto in schiavitu’: vogliamo parlare per esempio di cosa fece Giulio Cesare con i poveri Galli sconfitti?
Per cui spero che si rifletta bene, lo dico ai più esagitati, perché per esempio senza il colonialista Churchill la seconda guerra mondiale l’avrebbe vinta Hitler…
E poi vogliamo togliere dalle nostre tavole prodotti con nomi che possono evocare il razzismo: per esempio via il Negroni, sia il salame che l’aperitivo?
Oppure via i quattro mori dalla bandiera regionale sarda?
Non vado avanti, credo che il discorso sia chiaro. Legittima ogni protesta, ma se sfocia in crociata no grazie”.