Ci risiamo!
Oggi, 11 giugno, il Tar del Lazio deciderà in merito al contenzioso esistente per decidere sulla scorta del capitano Ultimo.
È lo stesso Colonnello Sergio De Caprio a renderlo noto attraverso i suoi profili social:
“Si oggi 11 giugno al TAR l’ avvocato Antonino Galletti contro il generale dei carabinieri Nistri e il Ministero degli Interni cercherà di spiegare che Leoluca Bagarella, Biondino Salvatore, Matteo Messina Denaro e la Mafia sono un pericolo grave ed attuale per il Popolo italiano. Generale Nistri Chat con Palamara CSM CONSIP SI, scorta al capitano Ultimo NO. Siamo sempre 20 carabinieri demansionati e deportati a chiedere Giustizia e Dignità. Sì siamo molti di più. ”
L’ennesimo ricorso, l’ennesimo tentativo di colpire un uomo, un Ufficiale dell’Arma che ha servito questo Paese, che ha combattuto per tutti noi.
È deludente assistere all’abbandono da parte di coloro che avrebbero dovuto porsi a fianco di un Carabiniere che ha 3 progetti omicidiari sul proprio capo:
Uno da Bagarella in Sicilia, uno da Provenzano in Sicilia e uno sempre da Provenzano, però, da realizzare al di fuori dalla Sicilia.
Le sentenze di morte emesse da cosa nostra non cadono mai in prescrizione, il decorrere del tempo non è sinonimo di abbandono dei loro intenti criminali.
Riina è morto, Bagarella è al 41 bis e su questi presupposti il comandante generale dell’ Arma come il Ministero dell’interno, basano il loro ricorso: non esiste più pericolo, non è piu necessaria la tutela per il Capitano Ultimo.
Agli occhi di una semplice cittadina, che ha assistito attonita e delusa, alla scarcerazione di molti boss mafiosi, l’intento di questo Stato suona come un mandare in pasto ai leoni un Ufficiale che si è donato per la Bandiera, per togliere un pezzo di ingiustizia dalle nostre strade.
E deve subire l’ennesima ingiustizia.
Colpire Capitano Ultimo! Questo il diktat di chi occupa le poltrone.
La colpa di Capitano Ultimo è quella di non essersi mai piegato al potere.
Al Capitano Ultimo si devono, non solo l’arresto di Riina, ma anche tra gli altri, l’apertura del fascicolo sulle Coop l’arresto di Bisignani per per traffico di informazioni segrete e appalti per la P4, le indagini sul “tesoro” di Ciancimino junior, figlio dell’ex sindaco di Palermo, quelle sui conti di Belsito, le imbarazzanti intercettazioni di Renzi e del comandante della Guardia di Finanza, generale Adinolfi. Indagini serrate in tutte le direzioni, colpendo mafia, criminalità, corruzione politica e malaffare.
È palese che, l’aver svolto indagini senza mai scendere a patti con il potere lo abbia esposto a rappresaglie continue.
Il pericolo è negare il pericolo! Il pericolo è uno Stato incapace di fornire una adeguata tutela ai cittadini.
Il pericolo è dimenticare il sangue versato dai martiri che hanno combattuto la criminalità mafiosa
Il pericolo sono le istituzioni che abbandonano e mettono in pericolo non solo Capitano Ultimo, ma tutti i cittadini.
Non si abbandona chi ha combattuto per tutti noi!
Non vogliamo più assistere a commemorazioni di eroi prima abbandonati e denigrati ed ora osannati!
La sicurezza è un diritto di tutti, se Capitano Ultimo non ha sicurezza, da cittadina italiana non ho sicurezza.
Marisa Denaro