Zambia, attacchi con gas: 50 morti

“Non possiamo più aspettare in silenzio spiegazioni e azioni appropriate. Se vogliamo evitare che accada qualcosa di peggio degli attacchi con il gas, ora dobbiamo agire” ha dichiarato Sua Ecc. Mons. George Cosmas Lungu, Vescovo di Chipita e Presidente della Conferenza Episcopale dello Zambia.

All’inizio dell’anno una serie di misteriosi attacchi condotti con un gas di cui non si è accertata la composizione esatta, ha causato la morte di 50 persone in episodi d giustizia sommaria contro presunti avvelenatori. “La polizia ha registrato almeno 50 morti in 668 casi di attacchi e rivolte, oltre a aver effettuato 566 arresti. Il numero totale di persone colpite da getti di sostanze chimiche è 1.946 e più di 50 persone hanno perso la vita a causa di episodi di giustizia sommaria da parte della folla inferocita” aveva affermato all’inizio di marzo il capo della polizia Kakoma Kanganja.

Gli attacchi che hanno scatenato il panico nello Zambia si sono fermati, ma “questo, tuttavia, non è una garanzia che non accada di nuovo” sottolinea Mons. Lungu, che per questo chiede un’indagine approfondita su quanto è successo.

“Quello che è iniziato come un caso isolato in una piccola località nella Copperbelt si è poi propagato come un incendio boschivo nel resto del paese, instillando paura, anarchia e sospetto” ricorda il Vescovo.
La paura ha generato violenze ed episodi di giustizia sommaria che hanno portato alla morte di persone innocenti. “Chi finora ha salutato gli zambiani come “persone amanti della pace “può spiegare perché improvvisamente siamo diventati una folla di assassini di anime innocenti, compresi gli anziani? Perché questo improvviso cambiamento?” chiede Mons. Lungu, lasciando intendere che si è voluto propagare il terrore per gettare il Paese nel caos.

“Perché i posti di polizia sono stati presi di mira costringendo il governo a schierare personale militare? Perché è stato permesso il diffondersi della paura così rapidamente in altre parti del paese? Queste sono domande oneste che cercano risposte oneste, che fino ad ora non ci sono state date” conclude. (L.M.) (Agenzia Fides 8/6/2020)