“Non mi pare di essere accerchiato più di quanto lo fossi nella prima fase”. Lo dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso di un colloquio con il Corriere della Sera. E aggiunge: “Non temo di cadere”. “In tutti questi mesi – prosegue il premier – ho sentito dire in continuazione: Conte cade, Conte cade. Fa parte del gioco, ho imparato a non meravigliarmi. Ma come si vede e si vedrà, non è così“.
“La verità – aggiunge Conte – è che quando si arriva alla sostanza delle cose, asciugandole dalle polemiche, ci si rende conto che questa maggioranza è composta da partiti responsabili, che capiscono bene quali siano le priorità del Paese. Il clima è migliore di quello che sembra. E anche alcune perplessità del Pd sono rientrate”.
Quindi, parlando della necessità di una ripresa dell’economia dopo l’emergenza coronavirus, il premier aggiunge: “Non possiamo ritardare il confronto con imprenditori, sindacati, categorie. L’urgenza non nasce da un mio capriccio ma dalla realtà che preme. Bisogna muoversi da subito. Sento dire che occorre farlo con calma. Ma quale calma? Ci prendiamo qualche giorno per coinvolgere appieno le forze di maggioranza, e lo facciamo. Poi chiamiamolo patto, chiamiamolo confronto. Ma non va rimandato”.
E a proposito delle voci secondo le quali il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si sarebbe sentito scavalcato, restandoci male: “Gualtieri ha sempre condiviso tutto con me e insieme a me. Come premier non scavalco nessuno”, ribadisce Conte. adnkrons