S’è aperto il “fronte” tunisino: aumentano gli sbarchi e ci sono tanti “indesiderati”. I dati parlano chiaro. Negli ultimi 3 mesi c’è un oggettivo ed indiscutibile aumento d’arrivi. Un aumento di flussi che proviene in maniera prevalente dalla Tunisia e non più dalla Libia. Dalla Procura di Agrigento, che è diretta dal procuratore Luigi Patronaggio, è stato rilevato che questi flussi vengono gestiti dai tunisini che fanno un “carico” misto: imbarcano sub sahariani e pakistani ma caricano pure connazionali. Si tratta però di “indesiderati” ossia tutti quei tunisini che sono stati già espulsi dall’Italia. C’è stato, infatti, un aumento incredibile – quasi esponenziale – di arresti, in flagranza di reato, per reingresso illegale.
La Squadra Mobile della Questura di Agrigento, coordinata dal vice questore aggiunto Giovanni Minardi, in appena una settimana, ha, infatti, arrestato ben 18 tunisini.
Pene da espiare o rientrati dopo l’espulsione: 7 arresti, salgono a 18 i tunisini bloccati
C’è poi la difficoltà a collocare tutti i migranti che arrivano. Una difficoltà creata e aggravata anche dal fatto che i migranti devono fare la quarantena anti-Covid e quindi per 15 giorni devono stare fermi in una struttura o nella nave. Le ordinarie difficoltà di collocamento vengono aggravate dunque da questo stato di standby – la quarantena appunto – di tutti i migranti che sbarcano.
Durante tutto questo periodo, in cui i migranti sono inavvicinabili, non si possono neanche celebrare i processi. Si stanno vivendo, di fatto, settimane complicate, nonostante alcune misure – come la nave quarantena – siano state adottate e nonostante vi sia un impegno massiccio di uomini e mezzi. Ma tutto questo con l’estate in arrivo non potrà che peggiorare. Si è aperto, del resto, un altro canale. Dalla Libia passano, verosimilmente con i pullman con le carovane, in Tunisia e si parte dalla Tunisia. Il viaggio, di fatto, è più sicuro perché lo gestisce il tunisino che in genere è un pescatore o comunque qualcuno che sa navigare, utilizzano i barconi di legno che vengono scambiati come imbarcazioni da pesca e quindi riescono ad arrivare a Lampedusa senza alcun problema, ma anche sulla costa Agrigentina come è accaduto una settimana fa a Palma di Montechiaro.
Non sarà un nuovo 2011. Questo viene ipotizzato da fonti della Procura. Ma la pressione c’è.
Le voci sulla sanatoria, strumentalizzate dai trafficanti e dagli organizzatori, hanno anche un loro appeal.