Nel giorno del Recovery Fund, Carlo Calenda frena i facili entusiasmi della sinistra di governo. Pur favorevole al piano messo a punto dalla Commissione europea (ribattezzato Next Generation Fund) su cui ora partirà la trattativa con gli Stati membri, il fondatore di Azione nonché euro-entusiasta in collegamento con Lilli Gruber a Otto e mezzo precisa qualche dato significativo nel balletto di numeri delle ultime ore.
Innanzitutto, “i 170 miliardi per l’Italia sono una speculazione di stampa, perché si parla tra i 153 e i 170”. L’ipotesi, dunque, è ottimistica. Seconda questione: “La quota a fondo perduto di 80 miliardi viene finanziata da un aumento di contributi che l’Italia pagherà”. Proprio come sostengono Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Ma Calenda, ovviamente, si smarca dai due sovranisti di casa nostra: “Il saldo è però positivo, perché tra l’aumento di contributi e quanto prenderemmo la differenza positiva è di 26 miliardi”. Che però non arriveranno subito, ma “verranno dati in 5 anni, io credo che inizieranno ad arrivare nel 2021. Il tema per noi sarà sempre quello: se saremo capaci di spenderli. Noi dall’inizio della crisi abbiamo 3 miliardi che l’Europa ci ha messo a disposizione e sono ancora bloccati in un negoziato con le regioni”. liberoquotidiano.it