Un messaggio al pm di Agrigento Luigi Patronaggio: “Carissimo Luigi ti chiamerà anche Legnini siamo tutti con te”. Firmato: Luca Palamara. Bastano queste parole per comprendere il clima di accerchiamento politico e giudiziario in cui si muoveva Matteo Salvini. La data è significativa: le 16.45 del 24 agosto 2018, come riporta il Fatto quotidiano. Palamara e Legnini (all’epoca ancora vicepresidente del Csm) esprimono il loro appoggio totale al procuratore che stava indaga nndo sul ministro degli Interni per il caso Diciotti.
“Il giorno successivo – ricorda ancora il Fatto -, quando sarà a Roma per interrogare i funzionari del Viminale, Salvini che è ministro dell’Interno, sarà indagato”. Interpellato dal Fatto, Legnini smentisce: “Non ne ho alcun ricordo e comunque mai ho parlato con Patronaggio di indagini penali”.
Il giorno dopo, alle 8.20, Patronaggio risponde a Palamara e, spiega ancora il Fatto, ad altri esponenti della magistratura: “Il Viminale nella persona del capo di gabinetto Piantedosi è sempre stato informato dell’evolversi della situazione così come il capo della polizia”. La polizia giudiziaria sta valutando “i rilievi penali della condotta della ong i cui rappresentanti già oggi verranno iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. P
atronaggio anticipa ai collegi, via sms, un atto d’indagine: l’iscrizione dei futuri indagati. Pochi minuti dopo, la notizia diventa di pubblico dominio con un’agenzia Ansa. Quei messaggi, spiegava il procuratore siciliano, avevano un solo fine: “Che la discussione avvenga con criteri tecno-giuridici corretti”. Ora, interpellato dal Fatto, commenta così: “Ricordo solo sms ricevuti e inviati a carattere istituzionale nell’interesse di una corretta informazione”. www.liberoquotidiano.it