L’Italia non ha pagato il riscatto per la liberazione di Silvia Romano. A sganciare il denaro è stato il Qatar in una triangolazione di dollari, armi, garanzie politiche e soprattutto uranio. Un intrigo che vede coinvolti, oltre al piccolo Paese del Golfo, anche Turchia, Emirati Arabi Uniti e Iran. La ragazza – scrive africa-express.info – si è trovata, suo malgrado al centro di un intrigo internazionale che l’ha costretta a restare prigioniera per 535 giorni.
Probabilmente poteva essere liberata prima, se in Italia si fosse trattato il caso con lungimiranza e saggezza. E se qualcuno avesse preso in considerazione il fatto che gli shebab non sono un gruppo omogeneo di guerriglieri con un capo e un politbureau che elabora un indirizzo politico-strategico e dà ordini e comandi. Al contrario sono entità, cioè cellule, separate una dall’altra, molto spesso senza alcun controllo: più banditi e criminali comuni che terroristi con un obiettivo chiaro. Esiste però una sorta di consiglio d’amministrazione, una specie di holding centrale che gode di una certa influenza sui gruppuscoli spersi.
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di Massimo A. Alberizzi e Monica A. Mistretta
Silvia Romano: mediazione del Qatar decisiva per la trattativa