Autostrade ricatta sul prestito, il M5s ricomincia: “togliere la concessione”

Il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri (M5S) replica ad Atlantia che ha minacciato di bloccare gli investimenti e di adire le vie legali se non verrà concesso ad Autostrade un prestito di miliardi garantito dallo Stato. “Aspi – ha detto Cancelleri -, quelli del crollo del ponte di Genova, che si sono macchiati delle 43 vittime, che non hanno neanche chiesto scusa, quelli lì dei Benetton, che ricattavano il Governo, se ne sono usciti con una novità. Hanno detto: se non ci fate la garanzia dello Stato per avere un prestito anche noi di qualche miliardo di euro, non facciamo gli investimenti. Cioè il ricatto, la logica del ricatto”.

“Ebbene quello che penso e che pensa il M5s: abbiamo perso solo tempo, mi rivolgo alle altre forze di maggioranza, a Iv al Pd, stiamo perdendo tempo revochiamogli le concessioni, questa non è gente seria”.

Noi un piano ce l’abbiamo, un piano serio che risponde a tutte le critiche di quelli che dicevano che senza la concessione tanti padri di famiglia alla fine perderanno il lavoro. Non perde il lavoro nessuno. Vogliamo commissariare direttamente Aspi, con un commissario di governo. E Spea, che era quella che taroccava i controlli, la sostituiamo con Anas”, spiega Cancelleri.

Quindi ha attaccato la ministra delle Infrastrutture. “Il ministro Paola De Micheli ha questo dossier dove ha fatto insieme con Aspi una sorta di trattativa. Non lo conosce nessuno questo dossier, non lo conosce né il M5s né altre forze di governo, né Conte”.

“Quando cominceremo a fare questa discussione?” ha chiesto Cancelleri a De Micheli: “Il tempo è scaduto, perché quando andremo a consegnare il ponte di Genova, quando sarà finito, lo dovremo consegnare a qualcuno e se non sappiamo a chi va la concessione, non sapremo neanche a chi va il contratto di governo”.

Il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, a Skytg24, ha detto a sua volta: “Da ligure direi che sarebbe meglio evitare ultimatum e ricatti, lo dico senza voler minimamente precludere a un’impresa di accedere a un prestito ma questi toni, dopo tutto quello che è avvenuto, sarebbe meglio si cambiassero”.