Carlo Nordio non è affatto stupito dalle chat private di alcuni magistrati che esprimono giudizi pesanti su Matteo Salvini all’epoca in cui era ministro dell’Interno. Il fatto che i protagonisti delle intercettazioni siano i giudici crea grande imbarazzo: “Scopriamo ora che anche dentro la corporazione togata c’è un alto tasso di ipocrisia”. L’ex pm sostiene di denunciare “questo malcostume” da circa 25 anni e ora più che mai non ha alcun interesse nel difendere la sua categoria, essendo andato in pensione: “Nei congressi fuoco e fiamme, in privato un linguaggio assai diverso”.
In particolare ha fatto scalpore la frase “Salvini ha ragione (sulla politica degli immigrati, ndr) ma bisogna attaccarlo”, che dimostra come la magistratura è una corporazione che attacca la politica: “Quasi sempre il centrodestra – puntualizza Nordio in un’intervista a Il Giornale – ma qualche volta pure il centrosinistra, quando la politica prova a eliminare o ridurre privilegi non giustificati e varare riforme liberali”.
A rendere la vicenda ancora più grave è che di mezzo c’è un processo l’accusa di sequestro di persona: “Ho sempre sostenuto che quell’accusa non stava né in cielo né in terra e quel capo d’imputazione – sottolinea Nordio – diventa ancora più incredibile oggi, dopo che il capo del governo ha sequestrato in casa sessanta milioni di italiani per il coronavirus”.