La scorsa notte un migrante tunisino di 28 anni è caduto (o si è gettato in mare) dalla nave Moby Zazà, sulla quale era in quarantena, ed è annegato. Le indagini stanno cercando di chiarire la vicenda. Immediata la reazione indignata delle Ong che hanno attaccato il governo, come riportato dall’AGI. Il ragazzo morto “è la prima vittima di una delle misure illogiche intraprese dal governo italiano che si sono tramutate in strumenti inutili e lesivi dei diritti delle persone soccorse“, hanno denunciato le Ong Sea-Watch, Medici Senza Frontiere, Open Arms e Mediterranea.
“Il decreto che dispone l’utilizzo di navi private messe a disposizione dal governo per espletare l’obbligo di quarantena – spiegano in un comunicato congiunto – è diretta conseguenza di quello del 7 aprile scorso, con il quale l’Italia ha dichiarato non sicuri i suoi porti. Abbiamo già sottoposto le nostre perplessità sul dispositivo delle navi quarantena alle autorità competenti, chiedendo di sapere su quali basi giuridiche si fondi il procrastinato sbarco dei naufraghi che potrebbero espletare le misure di quarantena a terra.”
“Le navi quarantena – sottolinea ancora Open Arms – non garantiscono la salute fisica e psichica di persone già provate dalla violenza e dal naufragio ma rischiano di ricreare le condizioni perché rivivano eventi traumatici e ricordi dolorosi. Ogni essere umano ha diritto alla tutela della vita e della dignità, è stato scelto ancora una volta di guardarli morire”.
“La trovata di realizzare una sorta di hotspot galleggiante – ha affermato dall canto suo Riccardo Magi, parlamentare di Più Europa Radicali – impiegando la Moby Zazà e ancora prima la nave Rubattino, oltre a comportare lo sperpero di ingenti risorse pubbliche non sembra rispettare le norme nazionali e internazionali sulle procedure finalizzate all’identificazione e alla eventuale richiesta di protezione. Tenere per settimane su una nave chi ha trascorso giorni in mare su imbarcazioni di fortuna ed è scampato a un naufragio è da sadici e l’emergenza sanitaria non lo giustifica”.