Contrada ancora infamato e massacrato “denuncio tutti”

“Ieri sera sono stato diffamato e calunniato. Provo solo disprezzo e nient’altro. Devono trovare un colpevole ad ogni costo, e lo hanno trovato in me. Non si rassegnano. Ma io non ci sto. Basta. Denuncio tutti”. E’ un fiume in piena Bruno Contrada, l’ex funzionario dei servizi segreti, che ieri sera durante la trasmissione ‘Atlantide’ è stato citato dal giornalista Saverio Lodato. Secondo lo scrittore di numerosi saggi sulla mafia, nel 1989, dopo l’attentato all’Addaura al giudice Giovanni Falcone, il magistrato gli avrebbe parlato di “menti raffinatissime” dietro l’attentato. “E mi fece il nome di Bruno Contrada, ma mi diffidò dallo scriverlo, pena più nessun rapporto”, ha detto Lodato, a distanza di 31 anni.

Ma Bruno Contrada oggi passa al contrattacco e annuncia di volere “adire per vie legali, sia in sede penale che civile”, e in una intervista all’Adnkronos, spiega: “Sono indignato – dice Contrada – provo una rivolta morale. E’ incredibile sentire quelle frasi. Perché Lodato ha aspettato più di 30 anni per dirlo?”.

“Perché il giornalista non lo ha detto il 24 maggio del 1992, cioè all’indomani della strage di Capaci? Visto che aveva promesso al giudice di non scriverlo…”, dice ancora Bruno Contrada che il 24 dicembre del 1992 era stato arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa. E dopo la condanna definitiva a dieci anni di carcere, gran parte trascorsi tra la cella nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e gli arresti domiciliari, la Corte di Cassazione, ha annullato due anni fa la sentenza di condanna, dopo che la Corte europea per i diritti umani aveva giudicato illegittima la sentenza di condanna. Un’accusa, quella di concorso esterno, che per la Cedu “non era sufficientemente chiara e prevedibile per Contrada ai tempi in cui si sono svolti gli eventi in questione”.

“Bisognava chiedere al dottore Falcone quello che voleva dire quando parlava di menti raffinatissime”, aggiunge ancora l’ex 007. “Ieri sera ho provato disprezzo nel sentire quelle parole da Lodato. Non ho provato né odio né altro ma solo disprezzo”.

“Io sono stato massacrato – dice ancora Bruno Contrada all’Adnkronos- non sono stato solo arrestato o incriminato, ma massacrato. E ancora si fa il mio nome. C’è chi si non si rassegna. Riconoscere di avere sbagliato è segno di moralità. Io ogni volta che ho sbagliato ho chiesto scusa. Perché si può anche sbagliare ma bisogna avere la correttezza e la dignità di ammettere di avere sbagliato. Invece no, non ci si rassegna. Io posso portare dieci sentenze di assoluzione ma devo essere colpevole ad ogni costo. Perché questi hanno provato a colpirmi e massacrarmi, per anni”.

“Non gli basta che il capo della Polizia mi ha reintegrato – dice – e neppure la sentenza della Corte di appello che ha riconosciuto, dopo avermi condannato, che ho subito una ingiusta detenzione. E lo Stato non mi potrà mai restituire otto anni di privazione di libertà”. “Ma desso dico basta, non mi farò più diffamare e calunniare. Non so quanto tempo mi resta da vivere, ma non permetto più a nessuno di massacrarmi”, conclude.

(di Elvira Terranova) – ADNKRONOS