Tracciamento del malato: una strada pericolosissima

ASINTOMATICI E MALATTIA
Con questa cosa del tracciamento del malato (la caccia all’uomo quella è, in quanto corpo potenzialmente infettivo) avete aperto una strada pericolosissima. Il concetto di salute è uno dei più ambigui in medicina. Viene identificato per approssimazione come uno stato di benessere psico-fisico o per negazione come assenza di sintomo. La malattia ha invece una connotazione chiara e clinicamente delineata.

Il soggetto sano è un’astrazione culturale, un modello clinico e biologico che non esiste in natura. Il corpo ha variabili che sfuggono alla nosografia, è esposto ai virus e batteri, ne contiene milioni, la pretesa di un corpo asettico è più vicina alla mistica che all’episteme, un’aberrazione innaturale, ideologica di una scienza che sconfina nell’etica e nella politica. Non devo spiegarvi quanto questa pretesa igienista della società fosse presente nell’idea di Stato che avevano i nazisti. Tutti siamo portatori di malattie. Se diamo a un governo la possibilità di discriminare i cittadini su una base esclusivamente sanitaria facendo prevalere un astratto principio di salute che vuole normare, non solo facciamo un’operazione innaturale ma politicamente dannosa, mettendo in pericolo i fondamenti della democrazia e della civiltà.

La persona (come soggetto giuridico tutelato nella complessità: corpo, spirito, mente, idee, cultura, parola) così come l’intero apparato sociale, non può essere trattata come un corpo clinico in virtù di un generico principio di salute, perché è inserita in un contesto ampio, politico, economico, affettivo, culturale. Se la regola è quella di un corpo isolato e sterilizzato e se la politica non mitiga con buon senso i deliri della scienza, allora i vari comitati di tecnocrati possono produrre delle campane di vetro nelle quali mettere sotto spirito ogni singolo individuo.

Più realisticamente il rischio concreto è la segregazione degli infetti in moderni campi di concentramento, ghetti o sanatori nei quali, come all’epoca del Reich, segregare i dissidenti politici, le razze, le idee, le sessualità alternative. Questo modello di società che vuole igienizzare il mondo lo abbiamo già vissuto e si chiamava Nazionalsocialismo.

Giancarlo Buonofiglio

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