E’ giallo sul “legame” che la Commissione europea intende creare tra le sovvenzioni del piano di rilancio dalla crisi pandemica, con il Recovery fund, e le riforme che da anni, con esiti discutibili, raccomanda ai singoli Pesi nell’ambito del semestre europeo. Si tratterà di un meccanismo virtuoso che aiuterà i Paesi più in difficoltà a perseguire obiettivi comuni e condivisi? O sarà piuttosto uno strumento di pressione, per far passare provvedimenti politicamente controversi se non addirittura circondati da aperta ostilità, da parte delle opinioni pubbliche nazionali, come spesso avviene su temi sensibili come pensioni e flessibilità sul mercato del lavoro?
Si tratta di un quesito che resta irrisolto, nonostante la molteplicità di domande che sul tema si sono visti rivolgere tre esponenti chiave della Commissione europea – il vicepresidente esecutivo, Valdis Dombrovskis, il commissario responsabile dell’Economia, Paolo Gentiloni, e il responsabile di Lavoro e diritti sociali, Nicolas Schmit – durante la conferenza stampa di presentazione proprio delle riforme raccomandate ai Paesi, nell’ambito della procedura chiamata semestre europeo. Raccomandazioni che “ovviamente quest’anno sono diverse – ha detto Dombrovskis – sono concentrate sulla risposta alla crisi, sul supporto ai redditi, sulle liquidità alle imprese, sulla risposta sociale e vediamo che attualmente è quello che i Paesi stanno facendo.
Quando discuteremo degli strumenti di ripresa”, con il piano di rilancio post crisi pandemica “e nello specifico del Recovery and Resilience Facility” – un nuovo meccanismo appena inventato proprio per il piano di rilancio – “ci sarà un chiaro legame tra le raccomandazioni del semestre Ue e i finanziamenti del Facility. Quindi – ha chiosato il vicepresidente – questo sarà un ulteriore strumento, per così dire, per facilitare l’attuazione delle raccomandazioni specifiche per Paese”.
Secondo Gentiloni “ci sarà molto interesse per le raccomandazioni specifiche per Paese, perché come dice il vicepresidente ci sarà un legame tra i piani di rilancio e le nostre raccomandazioni e sono certo che i Paesi, sapendo di cosa si tratta, avranno molta attenzione. Anche se queste raccomandazioni sono state molto particolari – ha sottolineato – perché per tenere conto della pandemia le abbiamo cambiate molto rapidamente”.
Ma allora, è stato chiesto, significherà soldi in cambio di riforme? Sarà dare forza (give teeth, in inglese) al semestre europeo? “Il nostro strumento di ripresa avrà diversi principi e dispositivi – ha risposto ancora Dombrovskis -. Sarà presentato tutto la prossima settimana. Nel caso del Recovery and Resilience Facility costruiamo sulla base del già esistente strumento Budgetary Instrument for Convergence and Competitiveness (Bicc). Fondamentalmente è lo stesso concetto: finanzieremo i pacchetti di riforme e investimenti dei Paesi membri, in questo caso specifico legati ai piani di ripresa dei paesi membri e il semestre europeo e le raccomandazioni specifiche per Paese daranno l’orientamento (guidance) per operare questi piani. Quindi ci sarà un chiaro legame con il semestre europeo e con le raccomandazioni per Paese”.
Il legame, comunque, non si limiterà alle raccomandazioni per Paese “ma considererà anche le più ampie priorità Ue”, ha aggiunto il vicepresidente, come la transizione green e digitale delle economie.Sulla stessa domanda Gentiloni ha voluto guardare all’aspetto “molto positivo del messaggio: abbiamo strumenti comuni e cercheremo di usarli su priorità identificate assieme. Non direi che il Recovery plan darà le unghie (denti in inglese-ndr) al semestre Ue. Direi che darà potenza di fuoco al semestre Ue e questa potenza di fuoco sarà legata a priorità, certamente, ma dal mio punto di vista questo non significa dare forza solo alla parte di vigilanza”.
A quel punto in maniera del tutto esplicita è stato chiesto ai tre esponenti dell’esecutivo comunitario se temi controversi come l’età di pensionamento e la flessibilità sul lavoro continueranno a fare parte delle raccomandazioni specifiche per Paese. Ancora una volta il primo a rispondere è stato Domrovskis. “Le riforme – ha detto – andranno viste nel contesto del semestre europeo e delle priorità generali previste dalla nostra strategia di sostenibilità annuale e si concentreranno su 4 aspetti: stabilità economica, equità sociale, sostenibilità ambientale e produttività. Ci concentreremo su queste quattro aree e anche sulle raccomandazioni specifiche per Paese e sottolineerei anche il lavoro sulla trasformazione digitale e sulla green economy – ha ripetuto – giocheranmo un ruolo cruciale nel nostro Recovery plan”. Una risposta cauta, quindi. Non è un chiaro sì, ma ancor meno è un no.
E il precedente accenno alla presentazione la prossima settimana della proposta fa pensare al fatto che la questione si ancora oggetto di dibattito.Per Gentiloni “è chiaro che lo sforzo che assicureremo con questo piano di rilancio e i suoi finanziamenti è per supportare i settori e le aree più colpite. Ma le priorità di cui abbiamo parlato oggi saranno assolutamente cruciali, sia il pilastro sociale, sia la sostenibilità ambientale che la transizione digitale dovranno essere tutte priorità. Poi certamente – ha aggiunto – Paese per Paese ci saranno raccomandazioni e impegni specifici“. Anche qui una riposta cauta, quindi.
Infine, il lussemburghese francofono Nicolas Schmit, all’ultima risposta (sulla domanda che era stata posta da una giornalista francese) è stato forse il più esplicito, anche se pure lui in modo indiretto. “Se guardiamo per esempio alle raccomandazioni al Paese che conosciamo benissimo (la Francia-ndr) i riferimenti non sono magari quelli a cui avete fatto allusione (cioè pensioni e flessibilità del lavoro-ndr), ma per esempio sul mercato del lavoro la raccomandazione è di renderlo il più inclusivo possibile e investire enormemente sulle competenze. Credo che in questo periodo di grandi transizioni siano questi i progetti di riforme necessari per permettere ai mercati del lavoro di funzionare meglio e per consentire, in particolare ai giovani, di accedervi”.
Di fondo questa prudenza e questi lunghi giri di parole a fronte di domande esplicite alimentano l’ipotesi che la questione non sia ancora chiusa, ma oggetto di discussioni in seno alla stessa Commissione europea in vista delle proposte che verranno formalizzate il prossimo 27 maggio. A quel punto si saprà se il nuovo strumento annunciato – il Recovery and Resilience Facility – avrà più una intonazione di aiuto a chi rischia di restare indietro o più quella di frusta al rimettersi in riga (altrimenti niente fondi). Posto che come altri aspetti chiave del piano – tra cui l’ammontare stesso del fondo di rilancio – la questione potrebbe richiedere un compromesso.Nel pomeriggio, durante una audizione al Parlamento europeo Gentiloni ha ricordato che la commissione europea presenterà la sua proposta sul fondo di rilancio “esattamente tra una settimana” e “sappiamo che su questa proposta il dibattito non sarà semplice tra i 27 paesi Ue. Ma io – ha aggiunto – avendo visto i passi avanti fatti in questi mesi, da quando la pandemia ha mostrato tutta la sua forza, sono relativamente ottimista che si possano fare altri passi in avanti”. Voz/Loc ASKANEWS