Il porto di Taranto nelle mani dei cinesi. È questa la denuncia arrivata sottoforma di nota del commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis. “Il terminale marittimo di Taranto non può essere consegnato ai cinesi: da Pechino, infatti, pare che siano iniziate le grandi manovre per mettere le mani sul porto ionico con grandi investimenti e questo non è possibile” si legge.
“Presenteremo un’interrogazione parlamentare – prosegue – per chiedere se effettivamente si vogliano dare concessioni per uno degli asset più importanti e cruciali per l’ingresso e l’uscita delle merci in Europa. È giusto collaborare con tutti i Paesi, ma non possiamo consegnarci alla Cina che ha una potenza economica notevole e una propensione ad egemonizzare i mercati”.
Ma l’ira monta anche tra i deputati pugliesi: “Apprendiamo dalla stampa che il porto di Taranto sarebbe in procinto di essere svenduto ai cinesi, con la forte spinta del M5S”, dichiarano Davide Galantino e Marcello Gemmato, che hanno interrogato in merito il ministro Luigi Di Maio e il presidente Giuseppe Conte. Si tratterebbe della realizzazione di un polo produttivo per la costruzione di scafi e sovrastrutture in vetroresina e carbonio e di un centro di ricerca impegnato nello studio di modelli e stampi nell’area dello scalo pugliese da una società italiana partecipata dai cinesi. Si tratta della Ferretti Group, la società bolognese dal 2012 partecipata dai cinesi della Weichai Group per l’86 per cento delle azioni. www.liberoquotidiano.it