Roma – Gli appelli sono caduti nel vuoto. È il caso del rione Esquilino, uno spaccato di centro storico che somiglia piuttosto ad un ghetto senza regole, dove assembramenti di stranieri e balordi a piede libero hanno preso il sopravvento. È qui che ieri si è consumato un tentato stupro. In pieno giorno, in quello che doveva essere il primo weekend di spensieratezza dopo mesi di reclusione.
Un testimone oculare avvisa tutti “di stare attenti e magari di non uscire da soli nelle ore in cui c’è poca gente in giro”. Si chiama Federico ed ha assistito alla tentata violenza dalla finestra. Sono state le grida della donna, una sessantenne di origini sudcoreane, a richiamare la sua attenzione. La malcapitata era uscita attorno alle 9 per fare jogging. Si trovava in via Leopardi, a due passi da piazza Vittorio, quando è stata aggredita alle spalle. Il suo assalitore, un etiope senza fissa dimora, l’ha scaraventata a terra, immobilizzandole le mani e cercando di toglierle i pantaloni.
Federico ha visto tutto, e assieme a suo padre è subito sceso per cercare di evitare il peggio. Non è stato il solo ad essersi attivato, prima di lui, alcuni passanti erano già riusciti a mettere in fuga il balordo, intercettato poco dopo dalle forze dell’ordine.
Nei tanti commenti di solidarietà alla vittima, lasciati dai residenti, c’è rabbia ma non stupore. “Continua la saga degli orrori all’Esquilino, non c’è da meravigliarsi”, annota sconfortato qualcuno. “Che disastro – si legge ancora – le forze dell’ordine sono completamente incapaci di mantenere un minimo di controllo del territorio”. La presenza di gruppi di disperati che si aggirano per il rione non è una novità. Gli appelli di chi chiedeva che venissero monitorati e dispersi si sono rincorsi dall’inizio della pandemia. È per questo che c’è chi parla di una “tragedia annunciata” e di un quartiere che è diventato ormai “terra di nessuno”. […]