di Lavinia Greci – Era stato accusato di aver picchiato, seviziato e, infine, ucciso a morsi la moglie, nel settembre dello scorso anno a Nago Torbole, in provincia di Trento. Poi era finito in carcere ma, oggi, a pochi mesi dai fatti, a Marco Manfrini è stato concesso di uscire e di terminare la sua pena ai domiciliari, senza braccialetto elettronico. Il motivo? Come riportato da Leggo, a causa dell’emergenza legata all’epidemia da coronavirus, per il giudice non ci sarebbe il pericolo di un suo allontanamento.
“Mi sorella cannibalizzata” – Il provvedimento deciso nelle ultime ore ha generato frustrazione nei familiari di Eleonora Perraro, la 43enne di Rovereto, il cui corpo era stato ritrovato in un lago di sangue. Ieri sera, su Raitre, a Chi l’ha visto?, la mamma e la sorella della donna si sarebbero dette disperate, definendo Manfrini un soggetto “pericoloso”. Come riportato dai congiunti della vittima, già in precedenza, l’uomo avrebbe fatto del male alla compagna, che aveva nascosto i segni delle violenze, dicendo di essere vittima di incidenti. “Mia sorella è stata torturata, seviziata, cannibalizzata. Lui non ha mai confessato l’omicidio e dice di non ricordare nulla“, avrebbe confermato la sorella di Perraro.
“Lui è fuori ed p molto pericoloso” – “Il presunto uxoricida è stato rilasciato dal carcere e gli sono stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute legati alla tremenda piaga del Covid-19. Non è infetto. Sia chiaro. Non è in pericolo di vita. Non è in una terapia intensiva attaccato a una macchina che lo aiuta a respirare. No. È a casa sua, senza alcun dispositivo di tracciamento. Con la concreta possibilità che possa andarsene dove vuole“, ha scritto in una lettera la madre della donna. Che aggiunge: “Ho paura, perché è una persona molto pericolosa. Voglio ancora credere che ci sia giustizia“.
La storia – Eleonora Perrare e Marco Manfrini si erano conosciuti abbastanza di recente e dopo pochi mesi avevano deciso di sposarsi. Probabilmente per alcuni problemi economici, i problemi nella coppia avrebbero iniziato a manifestarsi poco dopo le nozze, anche perché entrambi percepivano una pensione di invalidità. Come riportato dal quotidiano, Manfrini era disoccupato e avrebbe preteso che fosse la moglie a lavorare per entrambi.
Il delitto – Secondo quanto ricostruito da Fanpage, il delitto si sarebbe consumato dopo una giornata trascorsa al Lago di Garda, quando tra i due sarebbe scoppiata una lite. La 43enne, quel giorno, si trovava già in condizioni di vulnerabilità, per quella che aveva raccontato a tutti come una caduta. Secondo la ricostruzione dei Ris, la donna sarebbe stata picchiata con violenza, scaraventata contro degli alberi e aggredita a morsi in faccia. Manfrini, il primo ad aver alleratato i carabinieri, era già stato condannato in passato per violenza sessuale, lesioni e minacce nei confronti dela sua ex convivente.