A Milano i carabinieri con gli speciali “Smart Helmet”, i caschi che misurano la febbre a distanza. Uno scanner in grado di “colpire” fino a una distanza di sette metri. Un piccolo led sulla visiera. E un altro, più grande, su un tablet. Il comando provinciale dei carabinieri di Milano ha avuto in dotazione due “Smart helmet”, un caschetto speciale che permette di rilevare la temperatura corporea delle persone anche in lontananza e che quindi, evidentemente, può tornare particolarmente utile nei giorni dell’emergenza Coronavirus.
Uno dei primi test è stato effettuato giovedì mattina nei pressi della stazione metropolitana di Bisceglie, sulla linea rossa M1. Lì a indossare il casco sono stati due militari del Radiomobile, che lo hanno utilizzato durante il normale lavoro.
“È un test sull’efficacia e l’utilità del casco durante i servizi sul territorio”, fanno sapere dal comando generale di Roma. Si tratta di un “dispositivo sperimentato dalle polizie straniere, che rileva la temperatura a distanza”. Il casco è infatti già stato usato con successo in Cina – era un modello molto simile – ed è in dotazione alle forze dell’ordine di Dubai, dove è in programma il prossimo Expo.
È stato deciso di destinare due “Smart helmet” a Milano, “essendo la realtà più critica” che sta pagando il conto più alto all’epidemia. Il casco è composto da una visiera – all’interno della quale i militari possono leggera la temperatura – e da una telecamerina. In più i carabinieri hanno in dotazione un tablet, sul quale possono vedere in maniera ingrandita ciò che appare proprio sulla visiera. “La funzionalità che interessa in questo momento – sottolineano dal comando generale – è proprio la rilevazione della temperatura corporea e il casco funziona fino a 5-7 metri”. Chiaramente in caso di temperatura rilevata superiore ai 37.5 gradi, scattano poi tutti i controlli e le verifiche del caso.“