Wolfgang Munchau è – secondo molti – la firma più autorevole del giornalismo economico europeo, direttore di Eurointelligence.com e editorialista del Financial Times.
Daniele Capezzone lo ha intervistato per La Verità, restituendo un panorama di dubbi razionali e perplessità sull’Europa e sulla storia italiana in Ue, una storia di capo chinato e approvazione di norma che sono sempre andate contro i nostri interessi. Dirlo oggi a gran voce, dopo l’ennesima tardiva e sterile reazione dell’Ue all’emergenza sociale ed economica innescata dal Covid 19, è assai importante.
Spiega Munchau: “In base agli accordi raggiunti al Consiglio europeo, la palla è passata alla Commissione che deve formulare una proposta, ma la Commissione sta lavorando su un programma e un’ipotesi che sono ancora a uno stadio molto iniziale, e forse non lo sta nemmeno facendo nel modo più appropriato. Non si sa quanto denaro ci sarà, in quanto tempo e a partire da quando, come saranno raccolte le risorse… Conosciamo tutti la discussione che già c’è sul bilancio europeo. Immaginiamo quando si tratterà di introdurre una somma enorme nell’arco di 3-4 anni, una cosa senza precedenti”.
Spiega ancora Munchau a La Verità: “Nel Nord Europa, penso alla Germania, all’Olanda, alla Finlandia, c’è poca consapevolezza degli effetti dello stato di cose presente nel Sud Europa: molti pensano che non sia un problema, o comunque non comprendono la situazione. Molti cittadini sono disperatamente bisognosi di qualcosa di reale. Le istituzioni europee devono stare attente: è una crisi vera, non una crisi politica per cui bastano parole. Nel Consiglio europeo la Merkel è la figura con esperienza più lunga. È lì da molto tempo: nessuno quanto lei. In più rappresenta il Paese più potente, e conosce le norme europee meglio di tutti, ogni meccanismo specifico. Conosce il Fondo salva stati in ogni dettaglio, e mi pare che voglia che l’Italia vi aderisca. Io non penso che sia lo strumento appropriato per la situazione, ma non mi pare che la Germania sia pronta a valutare alternative”.
E sull’Italia Munchau spiega: “Naturalmente sta a voi decidere quale sia il miglior interesse nazionale italiano: non è certo il mio compito. Ma da almeno 10 anni, l’Italia ha detto sì in sede europea a norme e accordi che o non sono nel suo interesse, o a cui ha contribuito senza beneficiarne direttamente. Mi pare che qui si possa ripetere una situazione dello stesso tipo. Il pericolo maggiore è che complessivamente I’Ue decida di tornare a un certo punto al patto di stabilità, ai target e ai parametri di Maastricht. Sarebbe folle. Questo sarebbe un pericolo molto più grande del Mes, che peraltro è un fondo complessivamente troppo piccolo per far fronte a una vera crisi”.
Conclude Munchau: “Questo lungo lockdown ha cambiato il business model di moltissimi settori. Tutto sarà diverso: le imprese, perfino il calcio. Lo vediamo tutti: i ristoranti dovranno puntare sempre di più sull’asporto e sulla consegna a domicilio, è cambiato il modo in cui si lavora, ci sarà ancora molto spezio per tele e video conferenze. È cambiato e continuerà a cambiare il modo in cui viviamo e lavoriamo”. (OPi – 5.5.2020)