Coronavirus, “ai mondiali di Wuhan a ottobre ci siamo ammalati tutti”

Sta suscitando attenzione e interrogativi quanto emerso dopo le inchieste pubblicate in merito al ruolo nella pandemia dei Giochi Mondiali Militari disputatisi a Wuhan, nell’ottobre scorso precisamente tra il 18 e il 27 ottobre scorso. A quell’evento parteciparono 10 mila atleti, provenienti da 110 nazioni che hanno gareggiato per 28 diverse discipline sportive. Numeri importanti, interessanti e su cui l’ombra del Covid-19 si sta allungando con una accelerazione inaspettata. Da lì, dalla capitale della regione cinese di Hubei si è allargata la diffusione del coronavirus responsabile della malattia sistemica che ha distrutto famiglie e compromesso la salute dell’intero pianeta.

Giochi Mondiali Militari a Wuhan: epicentro della pandemia? – -Sul fatto che l’enorme concentrazione di atleti e personale di supporto nella città, l’assoluta mancanza di misure di prevenzione del contagio e il ritorno senza quarantena degli atleti nelle loro nazioni possano aver diffuso l’epidemia si ragiona da poco. E anche sulla base dell’esperienza dei singoli atleti.

L’olimpionico Matteo Tagliarol racconta i suoi giorni di terrore e i sospetti

La Gazzetta dello Sport ha raccolto e riportato la testimonianza, drammatica e allucinante per quanto oggi abbiamo consapevolezza, di quanto accaduto a Matteo Tagliariol e alla sua famiglia durante e dopo i Giochi di Wuhan. “Ad ottobre ci siamo ammalati tutti”, ha detto Tagliariol. Al momento le autorità militari dei vari paesi non commentano le testimonianze salvo la Svezia che, nella mattinata di giovedì, avrebbe certificato due casi di coronavirus tra i suoi atleti.

Il caso di Maatje Benassi negli Stati Uniti

Uno dei casi più noti e più sconcertanti riguarda Maatje Benassi, riservista americana di 52 anni, che a Wuhan ha gareggiato nella prova di ciclismo su strada. Da settimane la Benassi è costretta a vivere sotto minacce di morte e vive barricata in casa, in Virginia. Secondo un gruppo di complottisti che hanno largo seguito sul web, Maatje sarebbe la paziente 0 che ha portato il virus negli Stati Uniti, grazie all’assoluta assenza di filtri e addirittura con la “complicità” del governo americano che avrebbe coperto la sua positività. Una tesi, quella del singolo caso scatenante, di nessuna attendibilità, ma la voce che ci sarebbero stati numerosi casi di positività tra i 280 membri della spedizione Usa è sostenuta da Zhao Lijian, il portavoce del ministero degli esteri cinese che mercoledì ha chiesto di nuovo al governo americano massima trasparenza su eventuali positivi.

Anche in Francia atleti positivi, ma il Ministero della Difesa frena

Come anticipato e riportato già, anche la Francia e i suoi media hanno diffuso informazioni che riportano a Wuhan l’origine del contagio dei propri atleti. L’Équipe ha pubblicato che almeno due atleti del pentathlon moderno appartenenti alla rappresentativa nazionale, Elodie Clouvel (argento olimpico a Rio de Janeiro) e Valentin Belaud, cinque volte campione del mondo, avrebbero avuto seri problemi respiratori che, nelle settimane successive, un medico militare avrebbe diagnosticato come “evidenti sintomi di Coronavirus”, positività però smentita dal Ministero della Difesa.

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