Carceri, i carteggi di fuoco fra Antimafia e Basentini

(di Elvira Terranova –  ADNKRONOS) Un elenco dettagliato, con nome, cognome, posizione giuridica, e tipo di detenzione, dei 376 detenuti scarcerati nelle ultime settimane a causa del coronavirus. Tra loro anche tre boss al carcere duro, il 41 bis, finiti ai domiciliari, il boss mafioso Francesco Bonura, il boss camorrista Pasquale Zagaria e il capo ‘ndranghetista Vincenzo Iannazzo. Ma l’elenco, che l’Adnkronos ha potuto visionare, è infinito.

Ci sono tutti coloro che hanno potuto lasciare il carcere, su disposizione dei magistrati del Tribunale di sorveglianza o dei Tribunali, quando la pena per il detenuto non è ancora definitiva. Cinque pagine fitte fitte in excel. Nomi sconosciuti e altri noti. E’ il 22 aprile quando il Presidente della Commissione nazionale antimafia Nicola Morra scrive all’allora capo del Dap Francesco Basentini, che nel frattempo ha rassegnato la sue dimissioni, per sollecitare, come si legge nella lettera l’acquisizione e la trasmissione alla Commissione “con ogni cortese sollecitudine, tutti i riferimenti, e se del caso anche i fascicoli personali, dei detenuti, a procedimenti esitati in decisioni della magistratura di sorveglianza incidenti sul regime detentivo di persone chiamate a scontare la pena per reati di cui all’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario”.

E nello stesso tempo Morra chiede a Basentini di “potere conoscere se vi siano state determinazioni di sorta che abbiano inciso su una o più detenuti sottoposti alle misure di cui all’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario”. Passano pochi giorni e le polemiche sul Dap iniziano ad infuriare, fino ad arrivare alle dimissioni del capo Francesco Basentini. Da lì a poco verranno nominati prima il vicecapo del Dap Roberto Tartaglia, che lascia la Commissione nazionale antimafia, e poi Dino Petralia, che prende il posto di Basentini dimissionario. Il carteggio tra la Commissione nazionale antimafia e il Dap prosegue per giorni. Con toni anche accesi. E’ il 24 aprile quando Morra scrive nuovamente a Basentini, come apprende l’Adnkronos, per sollecitare ancora “i dati di cui dispone il Dipartimento” circa alcuni detenuti, tra cui Giuseppe Trubia, Pasquale Cristiano, Giuseppe Marotta “per i quali è stata disposta a vario titolo una modifica del regime di esecuzione penale”.

Due giorni dopo Basentini scrive la lettera di risposta al Presidente dell’Antimafia con tutti i dati richiesti. Ma non basta. Il 29 aprile è ancora Nicola Morra a scrivere a Basentini. Questa volta la Commissione chiede al Dap “di acquisire i documenti relativi alle modifiche del regime penale intramurario per i detenuti condannati per i reati di cui all’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario”. Ma con altrettanta forza chiede notizie anche delle scarcerazioni dei boss al 41 bis. “Alcuni commissari si sono anche vivamente lamentati – scrive Morra – del fatto che non sia pervenuta risposta alla richiesta di acquisizione dei dati da me avanzata il 22 aprile. Torno, dunque, a chiederle di evadere al più presto quella richiesta di acquisizione”. Il 29 aprile arriva la risposta del capo del Dap Basentini, con l’elenco richiesto dalla Commissione nazionale antimafia. Alla lettera vengono allegati anche i provvedimenti emessi dalla magistratura di sorveglianza che erano disponibili.