Il 25 luglio 2017 Di Matteo a Roma era “uno di noi”. Lo testimoniano le fotografie su Facebook. Ora per i Cinquestelle è una specie di reprobo traditore della causa per aver messo in discussione il capo delegazione M5S al governo, Alfonso Bonafede nella trasmissione di Massimo Giletti. Da allora, il magistrato è cittadino onorario di Roma per volontà di Virginia Raggi. E ora come si mette? Gliela revocano quella cittadinanza? Dai grillini ci si può aspettare di tutto…
“Sei figlio di Roma“, disse la Raggi a Di Matteo – «Il Comune di Roma oggi ti annovera tra i suoi più nobili figli – disse quel giorno la Raggi rivolgendosi a Di Matteo – Per me è un onore essere qui prima da cittadina romana, che da sindaca. Sono onorata di poter annoverare tra i nostri concittadini anche Antonino Di Matteo che era cittadino di Roma ben prima di oggi. Lo era nei nostri cuori quando con determinazione e tenacia ha affrontato la lotta alla mafia».
Il magistrato fu salutato dal presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, che non era ancora stato arrestato.«È un onore averla qui, in questa aula che ha votato circa un mese fa, all’unanimità la mozione per conferirle la cittadinanza onoraria – ha detto il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito – Il suo è un esempio che deve farci riflettere tutti».
“Uno di noi”, scrivevano su Facebook – In Aula Giulio Cesare furono presenti quel giorno anche il vicesindaco di Roma Luca Bergamo, alcuni assessori quali Pinuccia Montanari, Massimo Colomban, e diversi consiglieri capitolini di maggioranza tra cui il capogruppo Paolo Ferrara nonché il questore di Roma Guido Marino. La sindaca infine ha ricordato alcune celebri citazioni di Paolo Borsellino e ha detto: «Oggi dobbiamo fare nostre queste parole e da oggi abbiamo un cittadino in più che quelle parole le testimonia». «Da cittadino continuo a sognare una politica che si riappropri del ruolo, in prima linea nella lotta alla mafia. Ricevo con emozione la cittadinanza di Roma, città che è emblema di accoglienza e solidarietà tra i popoli, città che ha visto nascere la nostra costituzione», ha concluso Di Matteo.
Non ci furono rivolte a Regina Coeli e a Rebibbia per quella cittadinanza onoraria…
(Foto dalla pagina Fb Silvana De Nicolò, esponente dei Cinquestelle di Roma)