“Non passa giorno senza che opinionisti (e politici in cerca di visibilità) mettano in croce il governo. I ‘retroscena’ impazzano e molti fanno di tutto per accreditare un Conte poco autorevole e non all’altezza della situazione, oppure che si atteggia a dittatore calpestando i diritti e la Costituzione. Ma siamo di fronte ad una ‘notizia’ o piuttosto ad una ‘narrazione’ artificiosa e irresponsabile? O all’espressione degli interessi di coloro che vogliono sostituire questo governo e la maggioranza che lo sostiene, per monopolizzare le cospicue risorse che saranno destinate alla ripresa?”. A chiederlo è un nutrito gruppo di intellettuali della sinistra in un documento che sta rimbalzando sui siti online e vede tra i primi firmatari docenti universitari, giuristi, politologi, filosofi e giornalisti.
“Il governo Conte non è il migliore dei possibili governi, sempre che da qualche parte possa esistere un governo perfetto -si legge nell’appello- Viviamo in una condizione di emergenza e incertezza, di cui nemmeno le discipline scientifiche vengono a capo pienamente. I messaggi di Palazzo Chigi, con l’intento di orientarci nei meandri della nostra vita quotidiana, possono generare ambiguità interpretative. Non c’è dubbio che siano stati limitati alcuni diritti fondamentali come quello alla libertà di movimento (limitazioni previste dall’art. 16 della Costituzione) e il pieno esercizio del diritto al lavoro, all’istruzione, alla giustizia nei tribunali. Ma niente ha intaccato la libertà di parola e di pensiero degli italiani e il governo non è parso abusare degli strumenti emergenziali previsti della Costituzione”.
Il convincimento è che questo governo “abbia operato con apprezzabile prudenza e buonsenso, in condizioni di enormi e inedite difficoltà, anche a causa di una precedente ‘normalità’ che si è rivelata parte del problema. Molte difficoltà dipendono infatti dallo stato di decadimento di gran parte del sistema sanitario, frutto di anni di scelte dissennate di privatizzazione e di una regionalizzazione sconsiderata. Invece sembra che tutto il male origini in questo governo, spesso bersaglio di critiche anche volgari e pretestuose, veicolate dai media”.
Negli ultimi giorni, questa campagna che “alimenta sfiducia e discredito ha raggiunto il suo acme. Dietro alcuni strumentali e ipocriti appelli alla difesa dei diritti, o del sistema delle imprese e dell’occupazione, si coglie il disegno di gettare le basi per un altro governo dai colori improbabili o di pretesa unità nazionale, di cui non s’intravede nemmeno vagamente il possibile programma, tolto un disinvolto avvicendamento di poltrone ministeriali e la spartizione di cariche di alto rango”.
Il problema di questo Paese, quindi, “non sono gli italiani, che si stanno dimostrando più che all’altezza della situazione, aggravata in qualche caso da gestioni regionali arroganti e approssimative. Il problema sta nella sua classe dirigente, tra i registi dell’opinione pubblica dove il segmento più problematico è proprio quello ‘democratico’. Dalla destra populista non ci attendiamo nulla e ce ne guardiamo. Ci preoccupano gli altri, invece, i democratici ‘liberali’, i grandi paladini della democrazia, i cui show disinvolti e permanenti non fanno bene al Paese, anzi lo danneggiano”.
Tra i primi firmatari del documento: Luigi Alfieri, Manuel Anselmi, Stefano Bonaga, Lorenza Carlassare, Barbara Carnevali, Thomas Casadei, Adriana Cavarero, Rita Cenni, Pierluigi Chiassoni, Anna Falcone, Luigi Ferrajoli, Antonio Floridia, Simona Forti, Vittoria Franco, Nadia Fusini, Piero Ignazi, Giovanni Mari, Giacomo Marramao, Gian Giacomo Migone, Pier Paolo Portinaro, Lucia Re, Marco Revelli, Pietro Spataro, Fabrizio Tonello, Nadia Urbinati. ADNKRONOS