Credere, obbedire e mettersi la mascherina

Molti pensano che il problema sia Conte. Ma quelli che vorrebbero stare al suo posto, una volta “impoltronati” prenderebbero gli stessi provvedimenti.
La libertà è una conseguenza della mancanza di paura. Quando c’è paura parte la repressione, tratteniamo il respiro, il corpo si contrae e cominciamo a fare quel che non faremmo mai. Cominciamo a perdere il controllo dei nostri pensieri.

Chi ha paura è sempre autoritario. Chi è libero dalla paura è sempre autorevole. Chi da gli ha ordina ha sempre paura e chi ha paura è sempre pericoloso.
In questo momento la paura domina la mente della maggior parte delle persone, che vagano per le strade imbavagliate e mantenendo le distanze. In tasca alcuni portano un foglio di giustificazione per dove e perché stanno andando.

Sembra di essere ritornati allo stadio infantile. Quello che prima era normale ora non lo è. Tutto è un problema: dal fare la spesa al bere un caffè al bar, dal matrimonio al funerale, dall’andare a scuola all’andare in vacanza. Il nonno che gioca con il nipotino è un pericolo.
Ma ciò che è veramente in pericolo è la lucidità mentale. Abbiamo imboccato la strada della follia. I nostri figli un giorno rideranno di noi. Ma quando c’è la paura chi comanda non siamo più noi ma lei. E cos’è la paura? Il pensiero che nasce nella mente di uno che si reprime.
Ma cosa vuol dire reprimersi?

Trattenersi dal fare quel che sentiresti di fare. E perché uno si trattiene? Perché ha paura. E perché ha paura? Perché qualcuno gli dice che sta sbagliando. Se noi obbediamo a chi ci dice che stiamo sbagliando abbassiamo la nostra autostima, la fiducia in noi stessi. Invece di avere fiducia in noi stessi preferiamo fidarci in chi non si fida di noi. In fatti chi sta al governo non si fida di noi e ci da degli ordini a cui dobbiamo obbedire se non vogliamo essere puniti.

Chi da degli ordini lo fa perché ha paura. E se noi abbiamo più paura di lui obbediremo.

Paolo Mario Buttiglieri, sociologo