L’emergenza Coronavirus riguarda non solo l’Italia ma tutto il mondo. In Europa però c’è chi la crisi riesce a fronteggiarla meglio, come la Germania, e così i tedeschi hanno anche il tempo di pensare anche ad altro, ad esempio a come rimandare indietro i migranti “Dublinanti”, vale a dire quelli che giunti in un Paese, si sono poi spostati in un altro. Tramite un cavillo burocratico – si legge su Repubblica – si nasconde un trucco per rimandare indietro, alla fine dell’emergenza Covid 19, ogni ‘dublinante’ che si trovi ancora in Germania. Di fatto, è un espediente per sospendere il loro diritto di chiedere asilo allo scadere dei 6 mesi o dei 18 mesi canonici previsti dagli Accordi di Dublino.
Per capire che si tratta di una prassi illegale, è sufficiente consultare le linee-guida della Commissione Ue pubblicate qualche giorno fa sul diritto d’asilo ai tempi del coronavirus. Il 16 aprile Bruxelles ha preso una posizione netta sull’argomento. Ribadendo che “se il ricollocamento non avviene entro le scadenze (6 mesi che diventano 18 se il “dublinante” si rende irreperibile, ndr)”, la competenza sul profugo passa al Paese che lo ospita. In altre parole, da quel momento può chiedere asilo lì.
Ma il governo Merkel starebbe negoziando con Bruxelles proprio per ottenere una sospensione degli Accordi di Dublino, nel bel mezzo della pandemia. Nella lettera che molti profughi stanno ricevendo in questi giorni, quella norma del diritto amministrativo viene collegata agli Accordi di Dublino. Nel caso abbiano dei processi in corso – e la stragrande maggioranza li ha, perché fanno ricorso contro i ricollocamenti – la lettera li avverte che i loro sei o diciotto mesi sono congelati. affaritaliani.it