È quanto afferma al Corriere della Sera, Vittorio Colao, il manager a capo della task force di esperti incaricato dal premier Conte di orientare e consigliare il governo sul modo migliore di procedere per arginare l’avanzata del virus e proteggere la salute degli italiani.
Colao dice che l’applicazione tecnologica individuata a garanzia del controllo circa l’espansione del virus “potrà servire se arriva in fretta, e se la scarica la grande maggioranza degli italiani” per questo “è importante lanciarla entro la fine di maggio; se quest’estate l’avremo tutti o quasi, bene; altrimenti servirà a poco” chiosa. Quanto ai timori circa un’intrusione nella privacy individuale e collettiva del Paese, Colao assicura che “non è così” e che “non è stato scelto il sistema centralizzato, che manteneva l’identità di tutti i contatti” mentre “è stata scelta l’altra soluzione, quella Apple-Google in cui “i contatti stanno solo sui telefonini delle persone”.
Poi il manager sottolinea che quando si scopre di essere contagiati, “sono io che metto dentro un codice, che rilascia una serie di codici alle persone con cui sono entrato in contatto. Tutto avviene in modo anonimo: l’individuo viene informato dal sistema, ma il sistema non sa chi sono i due; la privacy dei due individui è mantenuta. Nessuno conosce l’altro. Il sistema sanitario locale — se vorrà — potrà disegnare l’App in modo da contattare i cittadini, ma in trasparenza”. E si confida che “se gli verrà spiegato bene” gli italiani scaricheranno l’app sul proprio telefonino. AGI.IT