“Nella fase 2 bisogna agire secondo il criterio del “try and learn”: si fanno dei passetti avanti, si misurano gli effetti, si dà il via libera alle mosse successive”. Perchè un’eventuale ondata di ritorno “In termini teorici potremmo averla anche tra un mese, se prendiamo sotto gamba le misure”.
In un’intervista a “Repubblica” il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro spiega che “quando parlavamo delle chiusure, dicevamo che ci volevano almeno 15-20 giorni per valutarne gli effetti. La stessa cosa vale quando si riapre, del resto le modalità con le quali si diffonde il virus sono sempre le stesse. Se si decidono troppe riaperture insieme e tornano ad esserci molti casi non si capisce dove si è sbagliato e bisogna richiudere tutto. Meglio procedere un pezzo alla volta, senza scordarci che siamo il Paese pilota perché in Occidente nessuno ha affrontato questi problemi prima di noi”.
Sui centri estivi, dice il presidente dell’Iss, “ad oggi non ci sono le condizioni per pensare di riaprirli quest’ estate. Poi vediamo come evolvono i dati”. Mentre gli anziani “sono i soggetti più a rischio, specialmente se colpiti da più patologie, quindi da una parte devono evitare di contrarre il virus e dall’altra devono fare quel minimo di attività che consenta di vivere bene la vecchiaia e controllare certe malattie. Potranno fare due passi ma in modo protetto ed evitando più degli altri tutte le condizioni di aggregazione sociale. Lo so, alcuni disagi ci sono ma vale la pena affrontarli”. ASKANEWS