Il 3 marzo scorso, quando l’Italia già attuava le prime restrizioni nel Nord Italia, defini’ pubblicamente l’allora epidemia di coronavirus una “banale influenza”. Si dovette ricredere pochi giorni dopo, quando anche il Belgio, seguendo l’esempio dell’Italia, decreto’ il lockdown. Ma Maggie de Block, ministro della Salute di Bruxelles e di professione medico, non si è accontentata di questa prima gaffe e di recente ha definito l’uso di mascherine di protezione “un non senso scientifico”. Salvo poi venire smentita dal suo stesso governo, che ne ha disposto l’obbligo per tutti i belgi sopra i 12 anni. Dichiarazioni bacchettate dalla stampa e che adesso sono oggetto di una procedura disciplinare, visto che un associazione di camici bianchi ha deciso di denunciare la ministra-medico all’Albo belga.
Secondo l’Associazione Lagardère, infatti, con le sue dichiarazioni pubbliche De Block avrebbe violato il codice deontologico. Il suo metodo di comunicazione, a detta dei colleghi, è “infondato scientificamente” e ha portato a una sottovalutazione della pandemia, con ritardi che hanno reso più vulnerabili gli ospedali e gli operatori sanitari nelle prime settimane della pandemia.
Inoltre, i colleghi non hanno dimenticato che già a febbraio, quando il principale sindacato di categoria aveva messo in guardia sui pericoli del Covid-19, De Block si era affidata a Twitter per bollare questi allarmi come inutili “drammi”. Per l’Associazione, durante questa crisi, De Block si è espressa più volte “senza riserva né obiettività scientifica”. Da qui la richiesta di sanzioni nei suoi confronti.