Il coronavirus colpisce i vasi sanguigni in diversi organi

di Simone Re – ZURIGO – Il coronavirus colpisce anche i tessuti interni dei vasi sanguigni, causando problemi alla circolazione del sangue che possono risultare in disfunzioni multiorgano. È quanto emerge da un recente studio condotto presso l’Ospedale universitario di Zurigo e pubblicato su The Lancet.

I ricercatori sottolineano come le complicazioni di natura cardiovascolare stiano diventando una delle principali minacce correlate alla malattia Covid-19. Il SARS-CoV2, lo ricordiamo, infetta le cellule agganciandosi ai recettori ACE2, che sono presenti anche nelle cellule del tessuto endoteliale.

Casi di studio ed esami post-mortem – I risultati presentati dai ricercatori zurighesi si basano in particolare su tre casi di studio e sono avallati anche dai risultati di alcune autopsie effettuate su pazienti deceduti con Covid-19. Il primo caso citato è quello di un paziente di 71 anni, affetto da coronaropatia e ipertensione arteriosa, che aveva inoltre subito un trapianto di reni. Le condizioni dell’uomo dopo aver contratto il coronavirus si sono rapidamente deteriorate, richiedendo l’intubazione. L’uomo è morto dopo 8 giorni, a seguito di una disfunzione multiorgano. Gli esami effettuati post-mortem sui reni hanno rivelato la presenza del virus nelle cellule endoteliali.

Il secondo caso preso in esame è quello di una 58enne affetta da diabete, ipertensione e obesità. Le complicazioni della malattia le hanno provocato una forte insufficienza respiratoria, sfociata a sua volta in un’insufficienza multiorgano e alla necessità di dialisi. La donna ha successivamente sviluppato un’ischemia mesentrica (all’intestino tenue). Gli esami istologici effettuati dopo il decesso della donna hanno rivelato infiammazioni nel tessuto endoteliale dei vasi di polmoni, cuore, reni e fegato, così come nell’intestino tenue.

Doppia terapia – «I nostri risultati mostrano la presenza di elementi virali nelle cellule del tessuto endoteliale e un accumulo di cellule infiammatorie», scrivono i ricercatori dell’Ospedale universitario di Zurigo, che suggeriscono di trattare i pazienti colpiti da Covid-19 «con terapie che permettano di stabilizzare il tessuto endoteliale mentre si cerca di contrastare la replicazione del virus».

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