Arezzo – E’ piantonato, in stato di arresto, dai carabinieri all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia di Montevarchi (Arezzo) l’uomo di 39 anni, cittadino del Bangladesh da tempo in Italia, operaio attualmente in cassa integrazione a causa dell’emergenza coronavirus, che a Levane, frazione del comune di Bucine (Arezzo), ha tentato il suicidio, gettandosi in un pozzo, dopo aver ucciso la figlioletta, che non aveva ancora compiuto 4 anni (è nata nel novembre 2016) e ferito l’altro figlio di 12 anni.
La tragedia si è consumata questa mattina nell’appartamento della famiglia, al terzo piano di un condominio di via Togliatti. A dare l’allarme è stato uno dei vicini di casa che avrebbe sentito le urla e poi avrebbe visto il 39enne scendere le scale, completamente nudo, con un coltello insanguinato e quindi gettarsi nel pozzo, per suicidarsi. Nel pozzo è finita probabilmente anche l’arma da taglio con cui ha ucciso la sua bimba, dato che gli investigatori non sono ancora riusciti a trovare nella casa.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della stazione di Levane e della compagnia di San Giovanni (Ar), il bengalese avrebbe ucciso la bambina con una coltellata alla gola, recidendole la carotide, e poi si sarebbe scagliato contro il figlio più grande colpendolo alla testa e in altre parti del corpo con una spranga, tuttavia non in maniera grave. Il ragazzino è riuscito a fuggire e a mettersi in salvo riparandosi dai vicini di casa.
Dopo il raptus omicida, il padre è corso all’esterno dell’abitazione e si è gettato in un pozzo solitamente chiuso da un coperchio in cemento, profondo alcuni metri e con tre metri d’acqua sul fondo. I soccorritori e i carabinieri l’hanno ritrovato lì, ancora in vita. Sono stati i vigili del fuoco ad estrarre il bengalese e a portarlo in ospedale. Più tardi i sanitari lo hanno giudicato non in pericolo di vita. Il pm di turno Laura Taddei ha disposto il fermo con l’accusa di omicidio. […]
Migranti, M5s: sanatoria per irregolari e farne arrivare altri con corridoi umanitari