Trenta giorni di sospensione, senza stipendio. Per Andrea Scano, maestro della primaria di Cagliari, è il quarto provvedimento disciplinare in dieci mesi. Il motivo è sempre lo stesso: il rifiuto di utilizzare il registro elettronico per motivi che riguardano la privacy degli alunni. A suo dire, a rischio. Soprattutto per i dati sensibili, quelli delle bimbi e della famiglie più fragili.
Questa volta, però, il provvedimento disciplinare, che riguarda comunque i mesi scolastici precedenti, interromperà l’attività di insegnamento a distanza, la cosiddetta teledidattica attivata per via dell’emergenza sanitaria da Covid-19. L’atto è dell’Ufficio scolastico regionale guidato dall’ex sindacalista Cgil scuola, Peppino Loddo. Da quando non si sa perché la dirigente dell’istituto comprensivo Colombo non gli ha ancora comunicato al docente la data di inizio.
Nell’attesa per il 57enne Scano, ex consigliere comunale e militante dei Cobas – che lo sostengono – incassa, come già in precedenza, la solidarietà dei genitori dei suoi alunni. La ribellione del docente va avanti da due anni tra richiami, proteste, sit-in e provvedimenti come questo: da tre fino a trenta giorni. Appena pochi mesi fa, a inizio gennaio, aveva presentato negli uffici scolastici una memoria difensiva ancora più dettagliata: “Non esiste – insiste – una legge che ci obblighi a usare il registro elettronico, l’unico problema è che devo obbedire a un ordine”. […]
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